Il presidente Oliverio ha espresso la soddisfazione per l'iniziativa con "tutta la sana diffidenza necessaria, considerato le esperienze del passato che hanno scottato la nostra Regione".  Il riferimento, era palesemente riferito alle esperienze della Isotta Fraschini e della De Tommaso. "Anche se - ha proseguito Oliverio- questa volta è cambiata la prospettiva, in passato sono venuti, hanno preso i finanziamenti e poi hanno lasciato i capannoni vuoti e sono andati via, questa volta non è così, anche perché il privato mette sul tavolo il 75% dell'investimento e a garantire il tutto è proprio Invitalia, lo strumento pubblico del Governo". La vettura che sarà prodotta e' stata testata in USA e ha passato tutto i test. "Il Prototipo sarà di stile italiano, -ha affermato Tony Bonedy partner in questo progetto di Ludovico de Visconti, i cui nonni erano originari di Miglierina- abbiamo già investito 90 milioni di dollari, siamo pronti per andare in produzione, aspettiamo solo gli adempimenti del governo.

 

I capannoni dell’ex Isotta Fraschini di Gioia Tauro produrranno, insieme allo stabilimento ex Om Carrelli di Modugno (BA), un’autovettura di nuova concezione, con largo uso di materiali compositi e un rapporto peso-potenza molto competitivo. Lo hanno reso noto, questa mattina i presiedenti delle Regioni Calabria e Puglia, Mario Oliverio e Nichi Vendola, insieme a Tony Bonidye, managing director di Lcv, un fondo di investimento con sede a Pittsburgh negli Stati Uniti.


«Si tratta di un percorso avviato già da tempo, gli step di approfondimento sono stati già fatti e il lavoro degli americani, di conoscenza delle opportunità del territorio è andato molto avanti», ha detto Nichi Vendola al termine dell'incontro a cui hanno partecipato numerosi lavoratori in rappresentanza dei 194 dipendenti della Om. «Il progetto a regime prevede un numero di occupati che è almeno il doppio di quelli che oggi chiedono di essere salvati nel sito Om di Bari». «Questo soggetto, che è un fondo d'investimento che ha interesse a investire in Puglia e in Calabria, presenta un piano industriale di grandissimo rilievo e suggestione».

 

«Dopo mesi di lavoro oggi si esce dalle nebbie e si mette al centro della discussione un progetto sul quale è necessario stringere e chiudere rapidamente, comprendo tutte le preoccupazioni perché vengo da una regione molto più massacrata della Puglia, dal punto di vista industriale». Lo ha detto Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria. «Perché le delusioni sono state brucianti in questi anni – ha ricordato Oliverio – per questo il primo interesse deve essere quello di mettere un punto fermo e acquisire piena disponibilità a questo progetto. Questo non significa non pretendere le garanzie del merito. Questo percorso è stato accompagnato da Invitalia, che rappresenta il governo. Inoltre è giusto che presso il ministero della Sviluppo ci siano tutti i chiarimenti necessari per chiudere al meglio».

 Secondo Oliverio, «il percorso è già al 90%, il progetto prevede una proposta inedita per il Mezzogiorno che vede insieme due regioni, e questo è un punto di forza ed è anche innovativo. Credo su questo, dobbiamo spingere molto, perché abbiamo bisogno di un processo di reindustrializzazione che guardi al futuro e che non sia un intervento tampone per dare una risposta momentanea. In questo senso che dobbiamo chiedere al governo che il Mezzogiorno abbia concretezza nelle politiche industriali. Sono sicuro che con l'incontro di oggi abbiamo fatto un passo in avanti e così faremo nel pomeriggio a Catanzaro».


«La Regione Calabria, dal canto suo – ha specificato Oliverio – si fa carico di tutta la parte relativa alla formazione, all'area industriale, al capannone. Nel nostro caso si tratta non solo di nuova occupazione, ma di reintegro di una quota di lavoratori in mobilità dell'area portuale».