Mettere in sinergia il mondo scientifico e l’olivicoltura per rendere questo comparto dell’agricoltura calabrese realmente innovativo, sostenibile e competitivo sui mercati. È stato questo il tema al centro del convegno conclusivo di Triecol, il progetto relativo al “trasferimento delle innovazioni in agricoltura e sviluppo ecosostenibile per un’olivicoltura di qualità”, promosso dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea) di Rende, con il Crea Politiche e Bioeconomia, che si è tenuto oggi nella Cittadella regionale di Catanzaro. Un’iniziativa, è detto in una nota stampa, che ha avuto una durata annuale ed è stata finanziata dal Psr Calabria 2014/2020, attraverso l’intervento 1.2.1 “Sostegno per progetti dimostrativi e azioni di informazione”, con l’obiettivo di informare gli operatori del comparto olivicolo e i tecnici del settore sulle soluzioni e sulle innovazioni messe a punto dalla ricerca.

Al convegno, moderato da Antonio Boschetti, direttore della rivista "Informatore agrario", hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale all’agricoltura della Regione Calabria, Gianluca Gallo; il direttore generale del dipartimento Agricoltura, Giacomo Giovinazzo; il direttore generale Crea, Stefano Vaccari; il direttore del centro Olivicoltura Frutticoltura e Agrumicoltura, Enzo Perri; la responsabile del progetto, la ricercatrice Elena Santilli e tutto il team di studiosi che ne ha curato le applicazioni in questo anno di attività.

«Noi vogliamo investire sempre più e meglio – ha sottolineato l’assessore Gallo - nel comparto olivicolo perché la Calabria ha complessivamente 160mila ettari di ulivi, di cui oltre 70mila coltivati a biologico, che ci portano a essere i secondi produttori di olio del Paese. Il nostro obiettivo è dunque orientare queste quantità anche verso la qualità, che già c’è, ma che deve saper essere mostrata all’esterno e deve fare numeri significativi. Oggi gran parte del nostro olio viene ancora venduto sfuso mentre noi vorremmo che fosse integralmente imbottigliato e avere i parametri standard di qualità riconosciuti a livello internazionale per come meriterebbe. Da tempo diciamo che tradizione e innovazione sono fondamentali, per questo voglio ringraziare il Crea che ha voluto pensare attraverso questo progetto, per altro finanziato dalla Regione, al settore olivicolo calabrese, incidendo sull’aumento della qualità e della produzione del settore che si manifesta attraverso un ottimo olio. Tantissimi imprenditori calabresi del comparto sono già pronti ad affrontare questa sfida sull’innovazione. Abbiamo tantissime varietà di olio e dotarci di un’azione di ricerca, che comporta un approccio anche scientifico e un sistema di pianificazione del settore olivicolo che stiamo sviluppando con il Crea, costituisce un valido punto di partenza per rilanciare il settore più importante della nostra agricoltura».

«Il progetto che presentiamo oggi - ha invece dichiarato Stefano Vaccari, direttore generale del Crea - si chiama Triacol e ha l’obiettivo di valorizzare l’olivicoltura calabrese, dando delle opportunità e delle soluzioni per un maggior consumo dell’olio di oliva, per un miglioramento dell’oliveto e una diffusione maggiore della cultura tecnica del settore. Per cui più innovazione, cercando di valorizzare l’esistente.

Attualmente una gran parte del patrimonio olivicolo regionale è formata da impianti che hanno più di 50 anni. Noi dobbiamo rinnovare questo patrimonio perché non possiamo permetterci soltanto di difenderlo ma anche tentare di evolverlo affinché l’olivicoltura calabrese sia più competitiva e più produttiva».

«Tra l’altro – ha aggiunto Vaccari - è importante avere la consapevolezza che la Calabria è un centro di ricerca per l’olio di oliva molto importante a livello mondiale. A Rende ad esempio è stata fatta la genomica di una delle varietà più importanti, il Leccino, e abbiamo sviluppato una serie di progetti che ci possono aiutare a migliorare la produttività dell’oliveto Calabria, parliamo di potature, irrigazioni e concimazioni mirate ma anche tutta una serie di ricerche per valorizzare lo straordinario patrimonio di varietà di olive in Calabria».