Alla base degli eventi potrebbe esserci una guerra tra bande di caporali. Le campagne agrumicole e olivicole stanno per entrare nel vivo e la concorrenza per un posto di lavoro si fa sempre più aspra
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Un altro week end di fuoco a Corigliano-Rossano. Tra la notte di Venerdì e l’ultima passata tra sabato e domenica circa una decina di mezzi, tutti con targhe di nazionalità bulgara e rumena, sono andati a fuoco nei due grandi centri urbani della grande Polis della Sibaritide.
Gli eventi incendiari sembrerebbero tutti connessi tra loro anche se, al momento, non ci sono conferme da parte delle autorità competenti. Alla base potrebbe esserci una vera e propria guerra del caporalato. E, quindi, tra quelle bande di stranieri che ormai da anni gestiscono le squadre di raccoglitori di agrumi e di olive.
Le squadre dei vigili del fuoco del distaccamento di Rossano hanno operato nel corso delle ultime due notti in Via Genova, Via Arno, Via Catanzaro e Viale della Repubblica, allo Scalo di Rossano, e poi ancora in Via Nazionale e nel centro storico di Corigliano.
La manodopera più ricercata è quella dei cittadini dell'Est Europa
Le prossime campagne agrumicola e olivicola, infatti, stano per entrare nel vivo nell’Alto Jonio calabrese e Corigliano e Rossano, oggi unica Città, da sempre non solo sono la base del mercato dove si stabiliscono (quasi sempre) i prezzi – Rossano per l’olio e Corigliano per gli agrumi – ma con il tempo sono diventate anche una base logistica dove reperire manodopera, purtroppo, anche a basso costo.
A fare la voce grossa nel mercato del lavoro sono proprio i gruppi di stranieri, perlopiù comunitari. Vere e proprie cooperative quasi sempre in nero e molto spesso presiedute da cittadini dell’est Europa con più anzianità di residenza in Italia. Che con il passare degli anni hanno spianato la strada ad altri loro connazionali che venendo nella Sibaritide hanno trovato casa e lavoro.