Non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione. È l'esercito dei cosiddetti Neet, che trascorrono il loro tempo tra letto e divano, senza fiducia e senza speranza nel futuro. Il quadro emerso dalla ricerca “Il silenzio dei Neet. Giovani in bilico tra rinuncia e desiderio” realizzata da Unicef in base agli ultimi dati Istat è a dir poco allarmante: il 23,4% dei ragazzi italiani compresi tra i 15 e 29 anni risulta inattivo. La maggior parte dei Neet si concentra nel Sud e la Calabria è al secondo posto con il 36,2%. 

 

I giovani più colpiti hanno tra i 25 e i 29 anni, rappresentano il 47%. A seguire ci sono i ragazzi tra i 20 e i 24 anni (con il 38%) ed In ultimo, la fascia di età che va dai 15 ai 19 anni (15%). Il dato più eclatante è che il 49% dei neet italiani hanno conseguito il diploma di scuola superiore e l'11% è addirittura laureato. Una condizione di disagio che porta all’esclusione sociale.  Ad un anno dall’accordo per l’accompagnamento all’autoimprenditorialità dei neet calabresi, tra la Regione Calabria e l’ente nazionale per il microcredito, abbiamo chiesto all’assessore regionale al lavoro Angela Robbe, quale esito ha avuto il bando.

 

«Siamo in una fase in cui ci sono diverse iniziative in campo – ha spiegato la Robbe – ed in modo particolare, quella sul microcredito “Yes, I Start up”, ha portato già a risultati interessanti perché ci sono dei giovani che hanno avviato delle attività e adesso sono affiancati dai nostri tutor nel corso dei primi anni d’impresa. Purtroppo non è ancora sufficiente. Abbiamo bisogno di un’integrazione tra tutte le agenzie di educazione, dalle famiglie alle scuole e tutti i soggetti che si occuppano dei ragazzi». 

 

LEGGI ANCHE: Per 174mila giovani calabresi c’è solo il divano di casa: né studio né lavoro, ecco i Neet