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Il ritorno alla terra come possibile motore di sviluppo anche in una Regione come la Calabria diventa tangibile nelle micro realtà che si riorganizzano attraverso cooperative di giovani che potrebbero rappresentare il punto di svolta.
Nell’epoca in cui si da moltissima importanza al biologico, ad una moderna concezione di coltivazione nel rispetto dell’ambiente e della salute probabilmente dare spazio e soprattutto terreni a giovani, famiglie e piccoli coltivatori diretti significa trovare un punto d’incontro tra la tradizione contadina della nostra terra e la moderna esigenza di occupazione e sviluppo.
Ecco perché iniziative come la costituzione di una nuova cooperativa agricola a Nocera Terinese, proprio per la storia di questa cittadina rispetto alle passate occupazione delle terre diventa motivo di riflessione anche politica.
Se è vero infatti che i tempi sono cambiati ed in molte realtà come Nocera appunto i padroni sono tornati è vero anche che si possono individuare nuovi percorsi. Ed è quello che è accaduto con la costituzione della Cooperativa Le Macchie venuta fuori da una lunga trattativa con gli eredi De Luca, i rampolli dei Marchesi titolari del “feudo” da cui negli anni 40 era stata estrapolata, attraverso l’occupazione delle terre da parte dei braccianti, la vecchia Cooperativa La Proletaria.
Lo scorso 30 maggio quindi il Presidente della nuova Cooperativa Giuseppa Ruperto, assistito dalla Coldiretti e gli eredi De Luca assistiti dalla Confagricoltura hanno formalizzato l’accordo. Un contratto d’affitto che per i prossimi anni darà la possibilità a molti noceresi di coltivare quelle terre. Tutto ciò ha dichiarato Ruperto "senza l’intervento di nessuna forza politica ma solo attraverso un accordo e la capacità nonché la serietà delle parti di trovare un punto d’intesa. Ringrazio tutti i soci della nuova Cooperativa e la famiglia De Luca per il risultato raggiunto e speriamo di fare delle buone e produttive attività nell’interesse del paese".
Le idee messe in campo dai soci sono tante e tutte tese soprattutto al rispetto dell’ambiente. Quindi limitare molto l’uso dei pesticidi, evitare l’uso dei diserbanti, perseguire politiche di mercato tipo il cosiddetto km zero ma soprattutto dare la possibilità a chi ne ha voglia o bisogno di coltivare un pezzo di terra per mangiare sano e anche per risparmiare in tempo di crisi.
Sonia Rocca