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"Il settore olivicolo italiano, un'eccellenza del nostro panorama agroalimentare, soprattutto per le regioni meridionali, sta subendo una serie di attacchi frontali da parte di politiche europee che si rivelano dannose non solo per coloro che fanno agricoltura nei campi e non dietro una scrivania, ma anche per i consumatori".
E' quanto afferma Laura Ferrara, eurodeputata del M5S, sulle proteste diffuse degli agricoltori italiani contro le decisioni europee che riguardano una delle economie trainanti del meridione.
"A tutti è noto il recente scippo ai piccoli e medi produttori del Sud Italia rappresentato dall'immissione nei mercati europei di migliaia di tonnellate supplementari di olio tunisino senza dazi. Un'azione a firma PD, che penalizza il made in Italy e avvantaggia i grandi marchi che spacceranno le loro bottiglie di olio extraeuropeo come prodotto italiano.
Da mesi stiamo conducendo un'altra battaglia che riguarda la modifica, da parte della Commissione europea, di alcuni parametri utilizzati in Europa per stabilire quali oli devono essere considerati extravergini. Tali modifiche penalizzano alcune varietà olivicole ampiamente coltivate in Calabria, Puglia e altre regioni del sud (come la Carolea e la Coratina) e i pregiati oli che se ne ricavano. Il superamento dei limiti consentiti di acido eptadecenoico, senza costituire un tentativo di sofisticazione e senza incidere sulla genuinità del prodotto, rischia di mettere in ginocchio le aziende agricole che vedrebbero i loro oli non più commercializzabili come extravergini. Come M5S abbiamo condiviso le giuste proteste dei produttori, presentando un'interrogazione alla Commissione europea, instaurando un filo diretto con la DG AGRI e facendo pressione per ottenere una nuova revisione dei parametri. Fondamentali saranno le determinazioni finali del COI (Consiglio Oleicolo Internazionale).
Un'altra chiara minaccia arrivata dall'Europa alle nostre produzioni di eccellenza è rappresentata dal tentativo di liberalizzare la data di conservazione dell'olio, per favorire lo smaltimento delle vecchie scorte e far rientrare nel mercato italiano bottiglie che oggi sarebbero considerate scadute. Una scelta -conclude Laura Ferrara- che finisce con il penalizzare ancora una volta i consumatori e i nostri prodotti di qualità sottoposti a rigidi standard di controllo. Contrasteremo in ogni modo i diktat europei contro la trasparenza delle etichette e la qualità del nostro olio".