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«Agricoltura e agroalimentare sono fra le leve principali per lo sviluppo della Calabria ma il loro potenziale non può esprimersi appieno a causa di una politica regionale che si è caratterizzata prevalentemente per omissioni e inadempienze».
E’ quanto dichiara il capogruppo di Forza Italia, Alessandro Nicolò il quale evidenzia: «Questa legislatura si è contrassegnata per scelte che hanno dato poco respiro al comparto agricolo, settore che avrebbe dovuto fungere da traino del sistema economico e produttivo regionale, con un consistente valore aggiunto per la ripresa».
Prosegue l’esponente politico: «Il copione è sempre lo stesso, mortificante per quello che si qualifica come primo settore regionale per ricchezza prodotta: perdita di cospicue risorse finanziarie comunitarie, lungaggini per l’approvazione del PSR, mancato conseguimento degli obiettivi gestionali e ritardi accumulati nella pubblicazione dei bandi, sono le prime di una lunga serie di defaillance. Tempi lunghi di definizione anche per le graduatorie definitive e per l’emissione dei decreti di finanziamento fanno crescere la sfiducia degli imprenditori. Gravi penalizzazioni si riscontrano, da ultimo, sui pagamenti degli aiuti a superficie della PAC e del PSR dei territori utilizzati dagli allevatori, con centinaia di migliaia di ettari di pascolo sotto-bosco che risultano prevalentemente inerbiti.
Per non parlare dell’aver favorito l’import di olio tunisino tax-free e di agrumi da parte di alcuni Paesi africani a danno delle nostre produzioni, la cui qualità è ovunque riconosciuta ed apprezzata. Contro scelte ed orientamenti lesivi rispetto alla produzione agrumicola e olivicola calabrese - ricorda Alessandro Nicolò - ho proposto un ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale perché vengano adottate efficaci misure atte ad arginare il fenomeno del ‘dumping’, assolutamente dannoso per l’economia della nostra regione.
“L’indirizzo politico delle scelte contenute nelle ultime manovre di Bilancio della Regione - continua il Capogruppo di Fi - ha lesinato risorse all’agricoltura e all’agroalimentare, producendo la legittima amarezza degli operatori del comparto e delle sigle sindacali, già sul piede di guerra, peraltro reduci da reiterate proteste che non hanno sortito gli effetti sperati.
La Calabria resta al palo e se positivi risultati sono stati conseguiti nell’ambito dell’agroalimentare di qualità e nell’economia green, il merito - sottolinea Alessandro Nicolò - è tutto da ascrivere al dinamismo di un’imprenditoria guidata spesso da giovani che hanno scelto di investire competenze e professionalità in un comparto tornato alla ribalta nei grandi programmi di sviluppo, ma che continua ad essere ostinatamente trascurato dalla Regione. Un controsenso se si considera che la possibilità di migliorare sensibilmente i dati sull’occupazione in Calabria passa anche da questo settore.
In questi anni - afferma l’esponente politico - gli agricoltori hanno visto le porte della Cittadella sbarrate, non hanno trovato riscontro alle loro legittime richieste, quotidianamente alle prese con le difficoltà che incontrano nella gestione delle imprese. Continuare a negare loro attenzione e sostegno significa perseverare nell’errore di non aver compreso o di non voler comprendere le grandi potenzialità di un ambito che rischia di disperdere quei seppur timidi segnali di ripresa che si cominciavano ad intravedere.
Servono investimenti sistematici e occorre aumentare la dotazione finanziaria delle risorse ordinarie - conclude Alessandro Nicolò - attraverso una seria pianificazione di lungo periodo».