VIDEO | Dopo la vertiginosa impennata dei prezzi dei ticket, gli studenti dei licei cittadini hanno inscenato una manifestazione contro la Regione Calabria e denunciano: «Poca sicurezza e costi esorbitanti»
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Protestano ormai da tre giorni contro la Regione Calabria per il caro ticket dei bus urbani. Sono gli studenti delle scuole superiori di Corigliano-Rossano che all’indomani dell’ennesimo rincaro dei biglietti per le corse di linea, hanno deciso di occupare pacificamente gli istituti cittadini. Più di duecento ragazzi, dallo scorso lunedì stanno presidiando le scuole della terza città della Calabria in attesa che l’azienda di trasporto che si occupa delle linee urbane rimoduli e «umanizzi» il biglietto del bus che ogni giorno li accompagna a scuola.
Una generazione in rivolta: «Servono biglietti sociali»
E di motivi, per farlo, dicono Angelo, Ernesto, Federica, Alessandra, Costantino e tanti altri giovani che – differentemente da quanto accadeva nella mia generazione – vogliono parlare, ce ne sono ben donde. «Il biglietto del pullman va abbassato subito perché non è sociale» Dice Angelo che aggiunge: «Gli studenti pagano allo stesso modo di un qualsiasi altro cittadino, pur non avendo reddito». E i biglietti sono salati. E come! Se si considera che proprio dalla scorsa settimana una corsa urbana (quella cittadina) è stata uniformata ad 1,50 euro per novanta minuti. «Ma praticamente – spiega Ernesto – è la singola corsa che costa 1,50 euro perché nell’arco di 90 minuti non c’è la possibilità di fare coincidenze con più corse».
«Nei pullman ammassati come bestie»
Insomma, si aumentano i prezzi per un servizio che, però, non cambia. «Anzi, è peggiorato. Io vengo ogni mattina a scuola – dice Federica – da una contrada periferica di Corigliano-Rossano e sugli autobus siamo ammassati come animali. C’è una sola ed unica corsa, i sistemi di sicurezza sono al limite del plausibile e nonostante tutto paghiamo un bel pò di soldini».
«Da San Demetrio a Corigliano: un’ora di curve»
Poi c’è la storia breve di Costantino, liceale che ogni giorno arriva a Corigliano da San Demetrio Corone: un’ora di sole curve, a bordo di mezzi scomodi e spesso datati, al costo di 4,60 euro a corsa (9 euro e 20 al dì): tutto questo per andare a scuola e per accedere ad un diritto sancito dalla Costituzione.
Tutte storie che sintetizzano una situazione di oggettivo disagio e imbarazzo, sia per gli studenti che per le loro famiglie. E la storia della protesta ha una genesi chiara e recente che nasce da quando, nelle settimane scorse, la regione ha varato il nuovo Piano del trasporto pubblico locale assegnando a Corigliano-Rossano, un monte chilometri doppio rispetto a quello assegnato fino agli anni scorsi, proprio perché una nuova città con una popolazione di 80mila abitanti e con esigenze legate alla mobilità interne stravolte rispetto al recente passato.
Il nuovo piano per il trasporto pubblico locale
A questo punto, mentre il Comune sarebbe ancora al lavoro per fornire alla regione un piano trasporti adeguato con il quale spalmare il milione, circa, di chilometri annui sui quali dovranno muoversi le linee cittadine ed extraurbane, la società che gestisce il servizio di trasporto pubblico a Corigliano-Rossano ha pensato bene di portarsi avanti con i tempi. Adottando, per il momento – da quanto se ne sa – la rimodulazione dei biglietti e introducendo, così, la tratta oraria al posto di quella a chilometro (questo almeno nelle corse urbane). Di nuove linee, di nuovi mezzi e soprattutto di un potenziamento delle tratte, però, ancora non se parla. E da qui la protesta dei giovani che, oggi, chiedono alla Regione spiegazioni su quanto sta accadendo e chiamano in causa anche il sindaco Flavio Stasi e l’Amministrazione comunale, affinché si facciano interpreti del disagio e contribuiscano a trovare una soluzione rapida e immediata al problema.