La precedono solo Lombardia, Emilia Romagna e Liguria. Il residuo di risorse da impiegare entro il 31 dicembre del 2018 è comunque di ben 149 milioni di euro su un totale di 446. Il rischio resta quello di perdere i soldi che non verranno spesi
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Sembrerebbe una delle tante bufale che girano sul web, ma stavolta la notizia è fondata e certificata niente po’ po’ di meno che da Bruxelles. La Calabria si aggiudica la medaglia di legno per lo sfruttamento dei fondi UE, dietro a virtuose regioni del nord Italia considerate da sempre modelli da seguire e inseguire.
La Lombardia e l'Emilia-Romagna sono infatti le prime della classe. Secondo gli ultimi dati relativi al Fondo Ue di sviluppo regionale (al quale si aggiunge il Fondo sociale in alcuni casi particolari), le due regioni sono le uniche a dover ancora certificare alla Commissione Ue meno del 30% dell'obiettivo fissato per il 2018. Entro il 31 dicembre, infatti, la Lombardia dovrà assorbire 'solo' 24,5 milioni, pari al 21,9% delle risorse, mentre all'Emilia-Romagna restano 16,4 milioni, il 26,7% del target 2018. Se non riusciranno a farlo, loro come tutte le altre Regioni, rischiano di perdere i fondi già stanziati.
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, però, le performance nell'assorbimento non spaccano più l'Italia in due fra Nord e Sud, come accadeva in passato. Ai piedi del podio occupato da Lombardia, Emilia-Romagna e Liguria, c'é appunto la Calabria, con un residuo del 33,4% su ben 446 milioni, pari a 149 milioni ancora da certificare.
Rimangono in fondo alla classifica, invece, altre regioni a noi vicine come Basilicata e Sicilia, che devono ancora assorbire circa il 60% delle risorse. Fra gli ultimi della classe, poi, ci sono addirittura le Province autonome di Trento e Bolzano, che scontano la designazione tardiva delle autorità di gestione.