VIDEO | Operano in una struttura incompiuta e circondata da degrado. Eppure gli operatori del mercato agroalimentare in questi lunghi anni non hanno mai smesso di autodenunciarsi
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Non hanno mai smesso di autodenunciarsi e di chiedere di essere regolarizzati gli operatori commerciali del centro agroalimentare di Mortara, periferia Sud della Città di Reggio Calabria, opera finanziata con il Decreto Reggio nell'ambito del progetto integrato che comprendeva anche il canile e il deposito Atam, ma mai completata e collaudata.
L'occupazione per necessità
Dopo lo smantellamento, per emergenza igienico - sanitaria, del vecchio mercato di via Aspromonte nel centro storico della Città dello Stretto, nel 2011, i commercianti si sono dovuti trasferire nella struttura incompiuta per continuare a tenere in vita l’attività. Hanno occupato gli oltre 40 box della struttura incompleta e all’epoca ancora impantanata in un contenzioso tra ditta appaltatrice e Comune.
Il decreto Reggio
Un'epopea coerente con quella del decreto che ha finanziato la stessa opera, il cosiddetto Decreto Reggio risalente al 1989, quando con i primi 600 miliardi di vecchie lire erano stati finanziati "Interventi urgenti per il risanamento e lo sviluppo della città di Reggio Calabria". Da allora tante le rimodulazioni, numerosi i rifinanziamenti e i definanziamenti, fino al più recente che dovrebbe contemplare anche il completamento del mercato di Mortara. Dovrebbero essere, infatti, superabili le criticità strutturali e relative all'agibilità, alla base dei contenziosi e dei rallentamenti del processo di realizzazione.
Ancora nessuna certezza
Eppure i 24 operatori economici presenti nel mercato sono ancora, loro malgrado, abusivi. Si sentono invisibili nonostante ogni giorno, da undici anni, lavorino dentro il centro agroalimentare. Per loro, dopo anni di impegni e di promesse, ancora nessuna certezza solo l'attesa di convocazione da parte del sindaco ff del Comune di Reggio, Paolo Brunetti.
Intanto continuano a patire la diminuzione del volume di affari a fronte di un aumento delle spese per l'autogestione del mercato. Operano in una struttura incompiuta e non collaudata, dunque privata di servizi, che hanno certamente salvato da vandalismi e abbandono, salvo poi ritrovarsi loro immersi in un contesto assai degradato, segnato da discariche abusive diffuse e da roghi di spazzatura quotidiani.
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