Si è conclusa il 25 agosto la 39ma edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli, un momento di cultura internazionale che si è svolto a Rimini. Numerosi sono stati i dibattiti sul futuro del Meridione, sul rapporto tra i giovani del sud e il lavoro e sui problemi della produttività nelle regioni meridionali.

 

Uno dei rappresentati calabresi che vi ha partecipato è stato il consigliere comunale di Panettieri, città della provincia di Cosenza, e vice presidente Anci Giovani Calabria, Domenico Mancuso che, a meeting concluso, ha affermato: «È stato un susseguirsi di dibattiti di un livello culturale mai visto prima, con ospiti eccellenti, mostre di rara intensità ed eventi culturali da non perdere. Un conglomerato di sapere, un rifugio in questo momento storico così basso del nostro paese dove poter riannodare i fili dal punto di vista economico, sociale, politico e religioso».

 

Il vice presidente Anci ha definito l’incontro «una delle poche realtà che ho visto dialogare con l'Islam in maniera autorevole e serena. Per il consigliere «uno dei momenti più interessanti, soprattutto per un giovane precario laureato come me, credo sia stato il dibattito “Sud, giovani e lavoro”, moderato dall' imprenditore lametino Antonio Saladino, che con le sue stimolanti domande ha interloquito con degli ospiti importanti, come il presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, l'ex Assessore sardo ai lavori Pubblici Paolo Maninchedda, e il vescovo di Taranto, mons. Santoro».

 

L’evento, che si ripete da 30 anni in Romagna, è stato definito da Mancuso «un momento di riflessione seria sui problemi che attanagliano il Sud e sul suo progressivo impoverimento».

Il tema centrale dell'evento: “le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice” e il protagonista il Sud, ma secondo le parole del consigliere comunale c’è stata una grossa pecca, ossia «l'assenza totale di rappresentanti della nostra classe dirigente calabrese, nessun consigliere regionale, - ha commentato - nessun dirigente di una regione che sempre più sprofonda in un oblio da cui è sempre più difficile venire fuori. Il meeting è momento di confronto e di crescita a 360° e soprattutto non autoreferenziale (gente che è disponibile a mettersi in discussione e confrontarsi con l'esperienza dell' altro). Quale lezione migliore per la classe politica calabrese che da tempo sembra essersi staccata dalla realtà e vivere in guscio ovattato?»

 

Mestamente ha concluso «C’è stato un assordante silenzio come risposta al grido disperato che arriva da migliaia di giovani costretti ad andare via (come hanno dimostrato i dati snocciolati durante l'incontro), impoverendo ancora di più la nostra terra. Un'analisi amara per tutti i giovani amministratori e laureati,  che credono che questa terra possa cambiare».

Una prima soluzione, secondo Mancuso, può essere «partire dall’ascolto e dal confronto. Partire dai contenuti e dall'esperienza del meeting di Rimini».

 

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