La Gias di Mongrassano è una delle tappe della visita del Presidente della Repubblica in programma domani. Negli anni ’70 escogitò un rivoluzionario sistema di pelatura a freddo dei pomodori che attirò l’attenzione della Findus
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È una storia di famiglia, di un padre visionario e di una figlia che nel solco di quella visione ha deciso di proseguire il cammino. È la storia di un'idea folgorante arrivata per caso e realizzata grazie alla caparbietà di chi non ha voluto arrendersi di fronte all'inevitabile. Che inevitabile, così ha poi dimostrato, non era. Tutt'altro.
Quell'idea ha resistito e dato i suoi frutti per oltre mezzo secolo e promette di fare ancora a strada. Restando salda, però, nel luogo in cui è diventata realtà, l'azienda a pochi chilometri da Cosenza dove domani verrà a portare il suo saluto ai lavoratori, proprio alla vigilia della festa del Primo Maggio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Perché la storia di cui parliamo è storia tutta calabrese, che inizia e si sviluppa in un piccolo comune di 1.500 abitanti: Mongrassano.
Qui ha sede la Gias, azienda di produzione di surgelati di cui oggi è titolare Gloria Tenuta, che proprio Mattarella nel 2018 nominò Cavaliere del lavoro.
La scintilla che dà vita a tutto arriva a suo padre, negli anni '70, davanti a una sovraproduzione di pomodori. Ex bancario, Antonio Tenuta manda avanti un'azienda agricola e, conoscendo il lavoro che c'è dietro, non sopporta di buttare via tutti quei prodotti della terra. Così mette in moto il cervello per evitare l'enorme spreco: dà vita a un macchinario per la lavorazione dei pomodori surgelati, inventando pure un metodo per pelarli.
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È così che la scintilla diventa fuoco vivo, attirando l'attenzione anche di un colosso come Findus che i pomodori congelati di Mongrassano li vuole per i suoi preparati: le zuppe e i minestroni che popolano i banchi frigo di tutti i supermercati fino al più famoso dei salvacena, la pezza sui buchi - nello stomaco - quando proprio non si ha tempo (o voglia): i "4 salti in padella".
Fin dall'inizio, quello della Gias è un cammino in ascesa, all'interno di un mercato in cui da subito riesce a guadagnare - e poi a mantenere - una posizione di rilievo. Gloria Tenuta prende in mano le redini dell'azienda alla morte del padre, nel 2005. Dopo la laurea in Economia a Bologna ed esperienze di studio e lavoro in Italia e all'estero, rientra in Calabria, dove oggi guida una realtà che fattura 65 milioni di euro all'anno e che conta 140 dipendenti, che nei periodi di "alta stagione" arrivano anche a 400.
Tra le prime a livello nazionale nell'ambito dei surgelati, è uno dei fiori all'occhiello di una regione che con l'industria ha sempre avuto un rapporto conflittuale, luogo di imprese lanciate a suon di promesse per il futuro e che poi sono svanite lasciandosi dietro macerie e problemi da risolvere.
Il museo, creato all'interno del casolare della famiglia Tenuta, racconta questa storia a turisti e studentesche che, su una collina che si erge sulla Valle del Crati, vengono a toccare con mano quello che l'intraprendenza e la costanza hanno creato.
Dagli stabilimenti di Mongrassano oggi partono buste di surgelati per mezzo mondo, 400 diversi prodotti per più di 250 clienti italiani e non solo. Quattordici linee produttive ogni giorno processano le materie prime provenienti dai terreni circostanti, così come dal Crotonese e dalla Puglia. Ma non ci sono solo le verdure vendute ad altre ditte, ci sono anche i cibi che finiscono direttamente nei freezer dei supermercati, piatti pronti da preparare a casa in pochi minuti. Primi, secondi, contorni che in Paesi come Giappone, Francia e Stati Uniti (dove di recente ha stretto un accordo con Whole Foods) vanno forte.
Le ricette vengono sperimentate e assaggiate dai professionisti che affollano i locali della Gias. Sono biologi, alimentaristi, ingegneri. Che ogni giorno giocano - si fa per dire - a comporre il gusto di una Calabria decisa a conquistare i palati di tutto il mondo.