Il rapporto antico con Assolac e gli investimenti per il futuro: «Uniamo marchio nazionale e grande presidio territoriale. Qui grandi potenzialità ma bisogna lavorare sulle infrastrutture»
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«Siamo in Calabria da 24 anni, il link tra Granarolo e Assolac è ormai consolidato: il nostro approccio è quello di unire un marchio nazionale a un grande presidio territoriale». Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo, racconta ai microfoni di LaC un rapporto antico e i suoi numeri: «Raccogliamo qui l’80% del latte prodotto in Calabria, lo trasformiamo in prodotti riconosciuti in tutta Italia ed esportiamo il 40% del nostro fatturato, per noi la Calabria è un presidio importante». Calzolari annuncia anche «investimenti per fare di questo stabilimento lo stabilimento del latte da frigo di tutto il Sud». Analisi che abbraccia punti di forza («l’associazione di 46 allevatori in un’unica cooperativa») e di debolezza: «Le infrastrutture che servono al mondo agricolo, pensiamo all’acqua in primo luogo e poi logistica e approvvigionamenti per gli alimenti per gli animali».
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Nel discorso che ha preceduto l’intervento del presidente Mattarella, Calzolari ha parlato di «grande onore per la presenza del Capo dello Stato» e ha ricordato Gaetano Nola, fondatore della cooperativa Assolac, mancato qualche settimana fa. «Domani – ha detto – è la festa dei lavoratori ed è doveroso ricordare le tragedie di chi muore sul lavoro. Era il 1957 quando un gruppo di mezzadri si costituirono in cooperativa per ridare dignità al loro lavoro: succedeva in Emilia come in Calabria e con il passare degli anni quei progetti si sono trasformati in imprese cooperative. Era il ’65 quando nacque la prima centrale del latte di Cosenza per garantire a tutti un latte di qualità: 24 anni fa abbiamo deciso di mettere insieme le nostre storie creando un asse fra Emilia e Calabria».
«Investiamo nelle eccellenze di questo Paese – ha continuato Calzolari – nella capacità tutta italiana di trasformare una materia prima eccezionale in tante declinazioni altrettanto eccezionali. La sfida del futuro è coniugare questa capacità con le sfide della modernizzazione. I nostri numeri raccontano di una Italia sostenibile. È un tema che sentiamo per garantire ai nostri figli e ai nostri nipoti una terra fertile e generosa come quella che abbiamo ereditato».