Il presidente Guido Signorino in audizione davanti alla commissione Ambiente della Camera: «Il progetto è in contrasto con le regole nazionali ed europee»
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«Mancano all'appello quasi 2 miliardi di euro, questo decreto sancisce definitivamente la mancanza di copertura finanziaria integrale dell'opera». È quanto dichiara Guido Signorino, presidente del Comitato "Invece del ponte - cittadini per lo sviluppo sostenibile dell'area dello Stretto", parlando stamani in audizione davanti alla commissione Ambiente della Camera in merito alle disposizioni contenute nel decreto legge Infrastrutture in merito al Ponte sullo Stretto di Messina che per lui sono «l'ennesima ingiustificata forzatura procedurale che con l'obiettivo di accelerare la realizzazione di un progetto ancora fragile sotto il profilo amministrativo, tecnico, economico e sociale» e si pongono «in palese contrasto con le regole e le norme sia nazionali che europee».
In particolare, secondo Signorino, la norma che rivede il termine del 31 luglio 2024 per l'approvazione del progetto esecutivo del Ponte, con l'introduzione di una «indeterminata possibilità» anche per fasi costruttive, «non ha le caratteristiche per essere inserita costituzionalmente in un decreto legge, in quanto non è né necessaria né urgente».
«L'ipotesi di procedere per fasi costruttive - ha spiegato - può concretizzarsi nel caso in cui i progetti di cui si discute sia articolati in lotti funzionali». Per il presidente del Comitato «il progetto non ha peraltro caratteristiche di definibilità».
«Non abbiamo ancora l'elaborazione di tutti gli elaborati - ha detto -, inoltre altri elementi tecnici di grande rilievo potrebbero impattare significativamente sui costi». Proprio sul fronte dei costi il dl, ha aggiunto Signorino, «introduce la revisione del perimetro finanziario» dell'opera, «limitando a 11,6 miliardi la disponibilità».