VIDEO | A Roccella imprenditori e amministratori locali a confronto sulle potenzialità del nettare degli dei: «Affermare il marchio Calabria anche fuori regione»
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La cultura del vino e le potenzialità del territorio calabrese in materia di agricoltura vitivinicola. È stato questo il tema di un incontro pubblico promosso dal consorzio per la tutela e la valorizzazione delle viti doc di Bivongi a cui hanno partecipato imprenditori locali e istituzioni. Il nettare degli dei “made in Locride” ha origini antiche e viene riconosciuto come doc a livello europea nel 1996. Nel 2018 dalla volontà delle aziende di promuovere e tutelare questa eccellenza del territorio nasce il consorzio di tutela e valorizzazione Doc Bivongi, con lo scopo di garantire sia ai produttori che al cliente finali elevati standard di qualità e garanzia.
«Il nostro obiettivo è incrementare i quantitativi di produzione – ha espresso Adele Lavorata, presidente del consorzio Doc Bivongi – in modo da affermare il marchio Calabria anche fuori dalla nostra regione in modo positivo. Per gestire una cantina vinicola ci sono tante cose da fare, ma credo possa essere la giusta strada per chi vuol fare diventare il proprio hobby un lavoro e appassionarsi a qualcosa di nuovo e di bello». Al centro del dibattito anche il rapporto tra vino e salute, ma anche il suo ruolo storico e culturale sulle tavole dei calabresi. «Anche nel sud Italia ci si è dovuti re-inventare quello che al nord si faceva 50 anni fa – è il pensiero di Massimo Tripaldi, presidente regionale Assenologi – quindi una nuova tecnica di vinificazione per produrre non più vini da taglio, ma vini da bottiglia per il consumatore finale».
Per il primo cittadino roccellese Vittorio Zito «occorre fare una riflessione e fermarci a pensare e vedere cosa ha fatto in termini di progresso il settore vitivinicolo rispetto a cosa erano i vini calabresi 30 anni fa e cosa sono oggi. Se avessimo avuto la stessa forza di sviluppo anche in altri settori, probabilmente saremmo usciti da una condizione di arretratezza economica nella quale ci troviamo».