Dalle proteste dei trattori ai cambiamenti climatici: i problemi di chi, nonostante tutto, continua a provarci. «Fare la semina e la piantagione ormai è un azzardo. Ma i miei figli mi danno la forza e la voglia di non mollare, loro hanno progetti qui»
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
Lidia Andrieri, figlia d’arte, contadina, imprenditrice, mamma. Dopo il nonno, il papà che ha saputo fare tante cose con grande passione nel suo terreno agricolo alle porte della Sila Grande. Da alcuni anni c’è Lidia. Che nella terra è nata e ha vissuto già da bambina. Instancabile, non si ferma mai. Anche se ora resiste alla grave crisi dell’agricoltura nel mondo. Resiste e spera.
Lidia soffre per i tanti ragazzi stanno lasciando la Calabria. Eppure in agricoltura manca manodopera. È una cosa strana.
«Sì sembra strano, in questi anni ho avuto molto ragazzi e signore a lavorare al mio fianco, avevano volontà e bisogno di lavorare, ma nonostante tutto non avevano amore per ciò che facevano. Questo non è lavoro per tutti, è un lavoro solo per chi ama la terra, la natura, non teme di sporcarsi le mani di terra e di camminare a piedi nudi nei ruscelli».
Inevitabile approfondire la situazione che sta diventando molto difficile per le imprese agricole.
«Siamo arrivati al punto che i contadini scendono in piazza con i propri trattori per chiedere aiuto, vuol dire che le cose per noi si stanno mettendo molto male. E se andiamo a fondo noi, arriveranno tempi durissimi, addirittura rischiamo una grande carestia».
E poi c’è il clima che sta rendendo la vita difficile. Niente è come prima. Non c’è più inverno, fa caldo e domina la siccità.
«Il clima sembra ribellarsi: non abbiamo più l’inverno piovoso, non fa più neve; le primavere sono tardive e molte volte inesistenti. L’estate è sempre più troppo calda. L’autunno sembra una primavera. Fare la semina e la piantagione ogni anno è sempre più un azzardo. Come tutti i contadini di questi tempi bui, mi sto organizzando, cercando di continuare questa bella avventura».
La famiglia di Lidia ha sempre vissuto con la terra e per la terra. Diverse generazioni che alle porte della Sila, nel comune di San Giovanni in Fiore, sono state contadini. Ora Lidia crede nei figli, che sono sempre al suo fianco.
«I miei figli mi danno la forza e la voglia di continuare, di non mollare. Ognuno di loro ha progetti futuri per la nostra azienda. Sono loro la nostra salvezza, pur sapendo e toccando con mano le gravi difficoltà che affrontiamo giorno dopo giorno».
Quello dell’agricoltore è un lavoro duro: mai un giorno libero, mai una vacanza. Non c’è mai pace.
«Il mio lavoro è duro. Io lavoro 365 giorni all’anno, ma non mi pesa. Lo faccio con amore, cosi quando penso alle vacanze, penso alla mia infanzia felice in questo posto insieme ai miei nonni, ai miei fratelli e ai miei genitori. E io sono per 365 giorni in vacanza».