È quasi inutile scandalizzarsi sull’epilogo della disastrosa vicenda del Corap, fallito per mano della politica, che fin quando ha potuto l’ha spremuto come un limone, del tutto indifferente alle finalità di sviluppo produttivo che il consorzio regionale – nato dalla fusione delle vecchie Asi - avrebbe dovuto perseguire. Più che altro c’è da piangere lacrime amare nel risalire mestamente il corso dei mille rivoli nei quali sono state disperse decine di milioni di euro. Ma credere che sia finita qui, che ormai non c’è più nulla da perdere, sarebbe un errore madornale. Perché nonostante la bancarotta conclamata e le procedure di licenziamento avviate per i 100 dipendenti in organico, il Corap detiene la proprietà di beni immobili e infrastrutture per circa un miliardo di euro. Un patrimonio immenso che ora è in pericolo perché rischia di essere abbandonato al degrado o svenduto a chi già ci ha messo gli occhi sopra.

 

Il Corap è nato nel 2016 già zoppo, perché è il risultato della fusione di Asi che hanno portato in dote una montagna di debiti, a cominciare da quella di Reggio Calabria, che faceva registrare perdite per 4,2 milioni di euro, seguita da quella di Cosenza (-2,4 milioni di euro). Così, anche le Aree di sviluppo industriale che se la passavano bene, come quella di Crotone, in attivo prima della fusione, sono state tirate giù. In soli tre anni, quella che era una situazione molto difficile si è rivelato un disastro oggi chiaro a tutti.

Marocco, che passione!

Tra le zavorre che hanno inesorabilmente appesantito il Corap fino ad affondarlo, oltre al costo esorbitante del personale interno, ci sono stati gli affidamenti esterni. Consulenze professionali, incarichi ed eventi. E per non farsi mancare niente pure una sede all’estero, in Marocco, a Marrakech, che nel 2018 è pesata sulle casse del consorzio per 110mila euro. A cosa sia servita non è dato sapere. Si ha solo notizia di un paio di trasferte fatte nel 2017 nel paese nordafricano dall’allora commissario straordinario Rosaria Guzzo, accompagnata dal dirigente Filippo Valotta, nominato direttore generale del Consorzio nell’aprile scorso dal presidente Mario Oliverio.

Due le tappe in Marocco: la prima il 12 e 13 luglio 2017, proprio a Marrakech, per partecipare – così recita la determina a firma del dirigente regionale Pasqualino Filella – alla conferenza internazionale “Green Aib”, dedicata all’innovazione e allo sviluppo dell’energia sostenibile. Un appuntamento che deve essere andato particolarmente bene, tanto dal 14 al 18 novembre dello stesso anno, Guzzo e Valotta sono tornati in Marocco, questa volta toccando Rabat, Tangeri e Casablanca. Insomma, una vera e propria passione per il Maghreb.

Consulenze e incarichi per mezzo milione di euro

Secondo quanto accertato dal Consigliere regionale Carlo Guccione -  forse il più critico nei confronti della gestione Oliverio, nonostante condivida con il governatore l’appartenenza allo stesso partito, il Pd – le consulenze e gli incarichi professionali hanno raggiunto quasi il mezzo milione di euro. Per la precisione, nel 2017 (ultimo dato disponibile) il Corap ha versato 372mila euro per incarichi professionali e oltre 82mila euro per consulenze esterne, sebbene tra i dipendenti del Corap figurino circa 40 ingegneri.

Rende caput mundi

Altro dato che fa riflettere è la presenza nella provincia cosentina, la stessa di cui è originario il governatore, della maggioranza delle ditte e delle società che hanno potuto contare su commesse provenienti dal Corap.

Così, ad esempio, è di Rende la 55CEventi Srl, che nell’aprile del 2107 si è vista affidare per oltre 20mila euro l’organizzazione di un convegno intitolato “Percorsi e prospettive future del Corap”, tema che alla luce di quanto è accaduto nei mesi immediatamente successivi suona come una beffa, visto che di prospettive future il Corap già non ne aveva più.

Sempre di Rende sono la Kaala Srl - che si è vista liquidare quasi 35mila euro per la realizzazione del sito web del consorzio – e la Inforcal Srl, a cui sono andati circa 15mila euro per la fornitura di materiale informatico. Quest’ultima ditta, ha incassato circa 6mila euro anche per l’allestimento dell’impianto di “trasmissione dati” (qualunque cosa voglia significare nell’era di Internet) per la sede Corap di Lamezia.

Altro materiale informatico è arrivato nell’estate del 2017 direttamente da San Giovanni in Fiore, borgo natio di Oliverio, fornito dalla “Fitad di Talarico Biagio” per circa 10mila euro.

La commissaria Guzzo, poi, torna a fare acquisiti su Rende per la cartellonistica stradale, rivolgendosi alla Spot Channel Sas, a favore della quale nel marzo del 2017 vengono liquidati oltre 12mila euro per l’istallazione di cartelli stradali del consorzio.

Sono queste solo alcune delle commesse nelle quali si è imbattuto il revisore dei conti, Sergio Tempo, che nel settembre del 2017 ancora sollecitava la registrazione del Corap sulla piattaforma per i pagamenti dei crediti commerciali (Pcc) del ministero dell’Economia e delle Finanze, obbligatoria dal 2013, non solo per garantire celerità nei pagamenti ma anche per aumentare il grado di trasparenza nella gestione dei soldi pubblici. 


degirolamo@lactv.it 

 

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