VIDEO | A margine dell'incontro organizzato dalla Cisl, l'esponente del Pd ha espresso sostegno per la candidata Ventura. Presente anche il segretario nazionale del sindacato Sbarra: «Abbiamo fatto un accordo importante, viene rifinanziata la cassa integrazione per 13 settimane»
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Lavoro, sviluppo e legalità. Questi i temi dell’incontro organizzato dalla Cisl Calabria all’auditorium del liceo statale “Tommaso Campanella” di Lamezia Terme a cui ha partecipato, tra gli altri, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando.
Proprio il ministro, incalzato sulla questione del blocco dei licenziamenti, prima dell'inizio del dibattito, ha dichiarato: «Abbiamo lavorato per un accordo che consenta di utilizzare prima tutti gli ammortizzatori sociali che con l’ultimo decreto sono stati ulteriormente implementati e resi gratuiti per le imprese. Oggi bisogna proseguire in questo senso sostenendo le imprese che escono da una condizione di difficoltà e lavorando anche sulla riforma degli ammortizzatori sociali che sarà pronta nelle prossime settimane».
Orlando ha anche avuto un colloquio telefonico con la candidata presidente della Regione Maria Antonietta Ventura e, secondo si è appreso, ha espresso sostegno e apprezzamento in particolare per i contenuti di un'intervista che la stessa Ventura ha rilasciato al quotidiano La Repubblica. Orlando e Ventura si sono dati appuntamento nei prossimi giorni per discutere dei temi al centro del dibattito politico in Calabria e in particolare sui programmi da attuare per lo sviluppo e il futuro della regione.
E sulle distorsioni del reddito di cittadinanza ossia sui percettori che non dovrebbero avere diritto al sostegno, tra cui appartenenti alla criminalità organizzata, Orlando ha dichiarato: «Le distorsioni vanno riviste e tutti gli strumenti per le verifiche potenziati. Non darei un giudizio sullo strumento "sulla base della patologia" perché altrimenti dovremmo eliminare le pensioni e gli altri istituti che danno altri tipi di benefici: dai contributi pubblici alle imprese ai fondi europei. Nessuno discute di eliminare i fondi europei perché ci sono state delle distorsioni nel loro utilizzo. Sicuramente dobbiamo avere tutti gli strumenti più efficaci e potenti per eliminare gli abusi e riflettere su che cosa non ha funzionato con le politiche attive, nel sostegno alle famiglie più bisognose».
Il ministro ha poi affrontato le altre questioni. «Abbiamo chiuso la definizione del Durc di congruità nell'ambito dell'edilizia che credo sia una strada da seguire perché da 15 anni, per l'esattezza, la legge prevedeva che si dovesse valutare la congruità tra l'intervento e il numero di occupati che questo doveva comportare, una norma che era rimasta lettera morta», ha detto. «Ho voluto che si accelerasse su questo terreno - ha aggiunto - perché ho paura che un reclutamento abbastanza improvvisato, difficoltà formative e la domanda che cresce potessero portare a situazioni di gravissimo rischio».
Orlando ha anche parlato di giovani e Pnrr: «Perché la sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza abbia una ricaduta sui giovani è necessario passare attraverso tre fattori: una capacità di lavorare sulle politiche attive e di costruirle, perché in alcune realtà rischiano di apparire solo evocazioni esoteriche; la possibilità di costruire delle politiche industriali e la qualità del lavoro. Le tre questioni si tengono con un metodo che l'Unione europea, guardando all'esperienza italiana, chiama dialogo sociale».
E ancora: «Penso che abbiamo fatto un buon lavoro costruendo strumenti che anticipano anche la riforma degli ammortizzatori. Nel Sostegni 2, la Naspi non ha decalage fino alla fine dell'anno, c'è una decontribuzione totale per i lavoratori che verranno assunti dalla condizione di disoccupazione, altrettanto c'è una decontribuzione totale per gli addetti al turismo e al commercio a proposito di richiamo al lavoro delle persone in cassa integrazione. Per chi richiama i lavoratori in cassa covid nel turismo e nel commercio - ha aggiunto - c'è una totale decontribuzione. Credo che sia utile riflettere su come costruiamo gli ammortizzatori per quelle imprese che oggi non hanno nessun tipo di strumento di intervento in costanza di rapporto. E questo è il lavoro che stiamo facendo».
Le dichiarazioni del segretario della Cisl Sbarra
Sul blocco dei licenziamenti si è espresso anche il segretario regionale della Cisl Luigi Sbarra: «Abbiamo fatto un accordo importante, frutto della nostra mobilitazione di queste settimane, di questi ultimi giorni. Il governo si è impegnato a modificare il decreto sostegni bis, quindi c'è un'uscita selettiva dal blocco dei licenziamenti, viene rifinanziata la cassa integrazione per 13 settimane per tutte le aziende che hanno aperto crisi al ministero dello Sviluppo Economico, nelle prefetture e nelle regioni».
«Poi - ha aggiunto Sbarra - abbiamo conquistato un avviso comune con le associazioni datoriali patrocinato dal Governo». Le aziende, ha spiegato, «si impegnano, prima di adottare misure di licenziamento o di annunciare esuberi, a concordare con il sindacato l'utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali proprio per frenare eventuali perdite di occupazione: cassa integrazione, contratti di solidarietà, riduzione dell'orario di lavoro. È un primo segnale importante, positivo, ma - ha proseguito il numero uno della Cisl - serve agire sul versante della riforma degli ammortizzatori sociali, bisogna avviare le politiche attive per il lavoro, finanziare un grande piano nazionale sulla formazione e la crescita delle competenze. E poi - ha concluso - la madre di tutte le battaglie: bisogna avviare gli investimenti, pubblici e privati».
Sbarra ha anche detto quali sono ora le priorità su cui impegnarsi: «Investire su sanità, scuola e pubblico impiego. Questo è il patto che ora chiediamo al Governo Draghi: creare buona occupazione, soprattutto giovanile e femminile. Che vuol dire nuove politiche industriali». E ancora: «Fiscalità di vantaggio, contrasto del precariato e di ogni forma di sfruttamento. E poi protezioni sociali universali, con ammortizzatori sociali rivolti a tutti e collegati a politiche attive e generative che forniscano formazione, riqualificazione».
Non solo. «Abbiamo detto al ministro del Lavoro Andrea Orlando che bisogna aprire subito un tavolo di confronto sul tema della previdenza. A dicembre scade la terza annualità di sperimentazione di quota 100, non accettiamo che dal primo gennaio 2022 alle lavoratrici ed ai lavoratori si prospetti uno scalone con l'allungamento dell'età pensionabile di ulteriori cinque anni», ha affermato Sbarra. «Bisogna fare - ha aggiunto - una trattativa vera con il Governo. Per noi dai 62 anni bisogna uscire dal mercato del lavoro e 41 anni di contributi bastano per godersi il sacrosanto diritto alla pensione. Dobbiamo costruire anche una pensione di garanzia per giovani e donne, incentivare le persone ad aderire alla previdenza complementare ed allargare l'area dell'Ape sociale, del lavoro pesante, usurante, rischioso e faticoso».
All’incontro, introdotto dal segretario generale della Cisl Calabria, sono presenti anche il presidente regionale di Unioncamere Klaus Algieri, il presidente della conferenza episcopale calabrese monsignor Vincenzo Bertolone, il presidente di Unindustria Calabria Aldo Ferrara, l’assessore regionale all’Ambiente Sergio De Caprio.