I due ex consiglieri Francesco Ruberto e Mimmo Gianturco convocano la cittadinanza per parlare della paventata chiusura e dell’ampia attività di serrate messa in moto dalla commissione straordinaria che gestisce il Comune
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Un’assemblea pubblica per discutere di «Lamezia bloccata dalla burocrazia, emergenza fiere S. Antonio e SS. Pietro e Paolo». È quella organizzata dai due ex consiglieri comunali Francesco Ruberto e Mimmo Gianturco in seguito alla diffusione della notizia che vuole che queste possano saltare, almeno per quanto riguarda gli allestimenti sul corso Numistrano.
I due politici così, dopo essersi spesi per la realizzazione della fiera di San Biagio, cancellata tout court dalla triade commissariale perché considerata incompatibile con i dettami della circolare Gabrielli, e poi realizzatasi anche grazie al comitato nato sul tema, spingono ora per accendere i riflettori sulle due storiche fiere estive.
«Quello che emerge con chiara evidenza è la confusione, l'incompetenza, l'approssimazione e l'indifferenza con cui si affrontano alcuni importanti appuntamenti, e non può passare l'idea che di fronte alle criticità si risponda “Chiudiamo”. La cittadinanza sta perdendo fiducia nei confronti delle Istituzioni e del solito ‘scaricabarile’ fra macchina burocratica e guida politico-amministrazione – scrivono in una nota - dopo il Palazzetto dello Sport, gli stadi, le palestre, la piscina, i teatri ‘chiude’ anche il giugno lametino con importanti ripercussioni sulle relative fiere».
«Non aver pensato di organizzare la storica rassegna ‘Giugno Lametino’ - incalzano - rappresenta oltre che un arretramento culturale, anche un mancato introito per le numerose attività commerciali del centro e non solo, che aspettavano questo mese per recuperare le mancate entrate derivate da una crisi permanente».
«È assurdo – aggiungono - che la terna commissariale continui a trincerarsi dietro le direttive Gabrielli quando tutti i comuni d'Italia e del meridione, in particolare, organizzano ugualmente le varie feste patronali con tanto di eventi fieristici e spettacoli, senza avere le complicanze che, solo a Lamezia Terme, risultano essere insuperabili».
«Il modus operandi attuato dalla commissione – concludono - affonderà la nostra città definitivamente e non ci fa intravedere alcun miglioramento della gestione amministrativa».