Si è aperta nel pomeriggio di martedì 8 novembre la XXXIII assemblea generale dell’Aicap, l’Associazione aziende italiane cartelli e arredi pubblicitari. Un appuntamento importante di confronto, in cui si analizzeranno le iniziative da intraprendere per migliorare e sviluppare il settore. All’evento, che si concluderà nella mattinata di domani hanno partecipato le aziende che fanno parte dell’associazione, con il presidente Pino Strippoli che ha aperto i lavori.

«L’Aicap è l’Associazione di categoria più rappresentativa nel panorama italiano di coloro che svolgono pubblicità esterna - ha raccontato proprio il presidente Strippoli ai microfoni de LaCapitale - La percentuale di occupati rispetto al fatturati è molto alta, con oltre 50mila dipendenti. Ma poi c’è tutto l’indotto che interviene. Abbiamo un ruolo residuale nell’ambito degli investimenti pubblicitari, ma essenziale se pensiamo che il riscontro del messaggio espresso è immediato».

Il Presidente Strippoli si è poi soffermato sul ruolo di Pubbliemme, membro di Aicap: «È una realtà importante, fra le migliori se non la migliore a Sud, che opera su tutto il mercato nazionale e in diversi settori della comunicazione. Credo che sia una buona referenza per la nostra associazione averla fra di noi»

«Due problematiche principali»

«Le aziende sono eterogenee - ha spiegato Angela Pirrone, Dg di Aiace - e si occupano dell’arredo urbano, dell’impiantistica, dei veicoli. Ci sono esperienze e particolarità, che divengono oggetto di incontri come l’assemblea generale». Il vice-presidente Claudio Macera, invece, ha posto l’attenzione sulla necessità di comprendere al meglio le dinamiche socio-economiche attuali: «Il mercato è cambiato negli ultimi anni, da un ambito nazionale, con grandi numeri, ci si sta spostando sempre più verso la dimensione locale»

«Abbiamo due effettive problematiche - ha sottolineato Paolo Moleri, segretario nazionale Aicap - Una al ministero delle Infrastrutture, legate al codice della strada, mentre l’altra è con l’Anas. Abbiamo, poi, bisogno di digitalizzare, di rendere il nostro lavoro più digitale». Il primo obiettivo, dunque, sarà aprire un dibattito con le istituzioni, puntando poi su iniziative di promozione interne ed esterne.