Il consigliere regionale Guccione si rivolge al presidente Oliverio: «Cosa s’intende fare per evitare la paralisi amministrativa?»
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Il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, ha presentato un’interrogazione al presidente della Giunta sulla grave carenza di organico della Stazione unica appaltante regionale. «La Stazione unica appaltante della Regione Calabria – scrive Guccione nell’atto di sindacato ispettivo - può contare oggi solamente su 24 dipendenti, a fronte di una pianta organica di 129 dipendenti. Il personale attualmente in servizio è ripartito in tre sezioni: amministrativa, tecnica, osservatorio. In particolare la sezione tecnica è carente di dipendenti rispetto agli ambiziosi obiettivi e alle molteplici competenze in materia di appalti pubblici».
Il consigliere regionale, nell’evidenziare che non è stato attuato alcun potenziamento di personale aggiunge: «Nonostante l'impegno e l'abnegazione del dg e dei pochi dipendenti, la ‘Sua’ ha saputo dimostrare che centralizzando le gare di appalto non solo si garantisce la legalità, ma anche la qualità dei servizi e delle prestazioni e si riesce a realizzare un grande risparmio economico per le casse pubbliche».
Nell’interrogazione al presidente della Giunta, Guccione chiede di sapere «quali iniziative urgenti intende adottare per impedire che una struttura così importante e strategica possa essere costretta alla paralisi amministrativa vista la grave carenza di organico. Mancano all'appello – rimarca il consigliere regionale - oltre 104 dipendenti per permettere alla Stazione unica appaltante di lavorare e impedire infiltrazioni e tentativi di condizionare il sistema degli appalti pubblici, garantendo legalità ed economicità alle casse della Regione Calabria». Inoltre chiede al presidente della Giunta «quali iniziative intende adottare per aumentare rapidamente il personale qualificato per come previsto dalla dotazione organica della Stazione unica appaltante, e per evitare – conclude Guccione - che questo mancato rafforzamento possa essere interpretato come un tentativo per depotenziare la stessa ‘Sua’».