Il componente del sodalizio Mario Gallina denuncia gravi falle nella gestione del progetto: «Lo scalo ha enormi possibilità per il territorio». Intanto, il futuro del porto rimane incerto tra opportunità inespresse e promesse tradite
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La decisione di Baker Hughes di ritirare un investimento di 60 milioni di euro per il porto di Corigliano Rossano ha avviato un acceso dibattito nel territorio. A esprimere forti critiche è Mario Gallina, componente del comitato "Giù le mani dal Porto", che in un'intervista esclusiva ha descritto l'intera vicenda come un chiaro fallimento della gestione del progetto.
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«Non c'è nessuno che ha vinto o perso in questa situazione, ma solo un fallimento generale. Il responsabile è chi ha gestito questa operazione, e in particolare Andrea Agostinelli, il vertice dell’autorità portuale», ha affermato Gallina, denunciando una gestione inefficace che ha portato alla fuga del colosso internazionale. Gallina si dice scettico anche sulla reale volontà di Baker Hughes di abbandonare definitivamente il progetto: «Finché non vedo il santo che esce, non credo alla festa. Potrebbero semplicemente essere in fase di recupero del recuperabile. Quando se ne andranno, lo crederò». L’accusa principale riguarda la proposta di privatizzazione del porto, che il componente del sodalizio definisce una sciagurata idea che minaccia la gestione pubblica dell’infrastruttura. «È stata una vittoria di chi crede che il territorio debba essere gestito da chi ci vive», ha aggiunto, sottolineando come la questione del lavoro sia stata utilizzata per giustificare scelte discutibili.
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Gallina critica anche le affermazioni sulla creazione di posti di lavoro, ritenendo che le promesse fatte da Baker Hughes siano basate su dati inaccurati: «A Corigliano ci sono migliaia di posti di lavoro nella stagione della raccolta dei mandarini, non solo i 200 posti di cui si parla. La cifra è stata gonfiata». Un altro tema centrale è l’impatto ambientale del progetto, con l’ipotesi di costruire un edificio alto dieci piani che stravolgerebbe il paesaggio locale. «Anche il più semplice degli osservatori può capire che una proposta del genere non poteva passare inosservata», ha commentato. Il futuro del porto è incerto. La gestione attuale ha portato a una stagnazione delle potenzialità del porto di Corigliano. «Il porto ha enormi possibilità per il territorio, ma chi lo gestisce deve saper interagire con le opportunità economiche e commerciali a livello internazionale», ha avvertito.
Infine, il componente del sodalizio ha espresso la necessità di rivalutare l’approccio attuale e ha invitato a considerare il porto non solo come un’opportunità per pochi, ma come un hub strategico per il Mediterraneo. «Dobbiamo guardare al mondo e alle opportunità che il porto può offrire», ha concluso, auspicando un futuro più promettente per l’infrastruttura e per la comunità locale.