VIDEO | L’obiettivo è quello di dare assistenza alle imprese del luogo in termini di formazione e informazione, ma anche captare i bisogni del territorio
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
Con la firma di un apposito protocollo, le aziende calabresi hanno rinnovato la convenzione con il ministero delle Imprese e il suo nuovo punto d'accesso, la Casa del Made in Italy, per il rilancio dello sviluppo economico e della competitività territoriale.
Assistenza, formazione e contributi
«Le case del Made in Italy sono emanazioni del nuovo ministero delle Imprese e del Made in Italy – ha detto Giuseppe Antonio Sofia, dirigente della Cmi Calabria e Sicilia – , per cui quello che ci proponiamo è di dare assistenza alle imprese in termini di formazione e di informazione e anche per poter captare quelle che sono le esigenze di ogni territorio specifico. A regime le Case del Made in Italy saranno 52, per cui ogni territorio avrà la possibilità di incontrare il Ministero, quindi un ufficio anche di prossimità per poter esporre, discutere e approfondire le specificità del territorio e le esigenze di cui lo stesso bisogna».
Nella sede regionale Unioncamere a Sant’Eufemia di Lamezia Terme (Catanzaro) si è svolto poi ancheun evento formativo sulla Transizione 5.0 che mira a sostenere economicamente le imprese verso modelli produttivi più efficienti. A relazionare Giacomo Genovese (Ordine di Reggio Calabria), Enrico Mazza (Unindustria Calabria) e da remoto Raffaele Spallone dirigente Mimit . Ma qual è la platea potenziale di beneficiari?
Export in leggera crescita
«Le imprese in Calabria sono circa 200mila – ha detto Pietro Falbo, presidente di Unioncamere Calabria e della Cciaa di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia – , si confrontano quotidianamente con un mercato abbastanza difficile anche se in crescita. Vorrei ricordare che l'export calabrese è purtroppo in percentuale il più basso d'Italia ma sta recuperando ogni anno soprattutto negli ultimi tre di 2 punti percentuali. Nel 2023 c’è stato un +18%, e nel primo semestre del 2024 il +19,6%: sono dati che ci fanno ben sperare e pensare che – concluso Falbo – un futuro favorevole alle imprese sia possibile concepirlo, naturalmente con Unioncamere al loro fianco».