L’Italia nel 2022 ha prodotto (tecnicamente si parla di “consegne latte bovino”) 12.983.273 tonnellate di latte di mucca. Registrato un leggero calo rispetto al 2021, pari a -0,8%, ma un incremento sul 2020: + 2,4%. Il dato ufficiale giunge dal Rapporto annuale di Assolatte, l’Associazione italiana lattiero casearia. La regione italiana che produce più latte è la Lombardia, che ha assicurato da sola, nel 2022, 5.958.775 tonnellate, corrispondenti al 46,05% del totale nazionale. Segue l’Emilia Romagna con 2.079.865 tonnellate, il 16,02 di tutto il Belpaese. Il Nord motore dell’economia italica non è solo uno slogan, ma una realtà concreta e misurabile. Lombardia ed Emilia Romagna assieme garantiscono il 62,07% del latte bovino che si munge dalle Alpi a Pantelleria. A seguire, terzo e quarto posto, rispettivamente, per Veneto (1.195.319 tonnellate; il 9,21%) e Piemonte (1.190.711 tonn.; 9,17%). Sopra il mezzo milione di tonnellate anche il Trentino Alto Adige (531.510; 4,09%). Tutte le altre regioni stanno abbondantemente sotto il mezzo milione di tonnellate a partire dalla Puglia (414.377), per giungere al Lazio (277.861) e al Friuli Venezia Giulia (259.775). Sopra le centomila tonnellate si attestano Sardegna (205.434 tonn.; 1,58%); Sicilia (191.675 tonn.; 1,48%); Campania (180.185 tonn; 1,39%); Basilicata (144.272 tonn.; 1,11%). La Calabria dei tre Parchi nazionali (Pollino, Sila, Aspromonte) e di un quarto meraviglioso Parco regionale (Serre), si è fermata nel 2022 a 79.403 tonnellate, che rappresentano appena lo 0,61% del valore complessivo italico. Meno della Calabria producono l’Abruzzo (59.398 tonn.); la Toscana (57.922 tonn.); il Molise (50.848 tonn.); l’Umbria (49.271 tonn.); la Valle d’Aosta (30.123 tonn.); le Marche (24.377 tonn.); la stretta Liguria (2.082 tonn.). Insomma: il Nord Italia (sommatoria di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria ed Emilia Romagna) significa l’86,64% della mungitura nazionale di latte bovino: 11.248.250 tonnellate. Le due Italie! Le cifre che abbiamo riportato sono frutto di elaborazione Assolatte su dati Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale). La provincia che produce più latte in Italia è quella di Brescia, in Lombardia, con 1.667.936 tonnellate, seguita da Cremona (1.510.699 tonn.) e Mantova (1.101.853 tonn.). In Calabria il totale di 79.403 tonnellate viene munto per 52.869 dalla sola provincia di Cosenza. Seguono Vibo Valentia (11.359 tonn.), Catanzaro (9.302 tonn.), Reggio Calabria (5.350 tonn.), Crotone (517 tonn.).

L’intero settore nazionale della trasformazione del latte fattura 18 miliardi di euro all’anno, di cui 5 sono di export, dà lavoro a 35.000 addetti diretti (che giungono a 100mila con l’indotto). Le imprese lattiero-casearie attive in Italia sono 1.500 che riforniscono, quotidianamente, 50mila punti vendita con le varie tipologie di latte (alta qualità, fresco più giorni, Uht, biologico, ecc.). La produzione lattiera italiana viene così distribuita: 2,4 miliardi di litri di bianchissimo latte; 287 milioni di chili di yogurt; 1,3 miliardi di chili di formaggi, di cui il 45% Dop; 150 milioni di chili di burro.

Assolatte (utilizzando come fonte, per elaborare le proprie stime, i relativi Consorzi di tutela) ha stilato nel Rapporto 2023 anche la classifica dei 35 formaggi italiani Dop per quantità prodotta. In testa il Grana Padano Dop (che si lavora in trentadue province dell'Emilia-Romagna, della Lombardia, del Piemonte, del Trentino-Alto Adige, del Veneto) è in testa alla graduatoria con 202.051 tonnellate prodotte nel 2022. A seguire il Parmigiano Reggiano Dop con 160.097 tonn. Quindi il Gorgonzola Dop (60.580 tonn.), la Mozzarella di Bufala Campana Dop (55.815 tonn.), primo formaggio del Sud a denominazione di origine protetta; il Pecorino Romano  Dop (32.602 tonn.); l’Asiago Dop (20.842 tonn.). Il Caciocavallo Silano Dop, attestatosi al 16mo posto, ha garantito 1.430 tonnellate con un aumento del 13,22% (si tenga presente che questo prelibato formaggio non è esclusivo della Calabria, e che la zona di produzione prevista dal relativo disciplinare è piuttosto vasta: aree interne delle province di Crotone, Vibo Valentia, Catanzaro e Cosenza, in Calabria; Avellino, Benevento, Caserta e Napoli, in Campania; Isernia e Campobasso, in Molise; Bari, Taranto e Brindisi, in Puglia; Matera e Potenza in Basilicata).

Torneremo ad occuparci di prodotti caseari italiani in un altro servizio di approfondimento, non prima di aver ricordato che la Calabria, con le sue pregiate vacche podoliche, potrebbe disporre di un “tesoro” tutto da valorizzare, appunto il latte di podolica, per produzioni di nicchia di latticini e formaggi straordinari.