Lo afferma l'ufficio della Cgia di Mestre in uno studio svolto in occasione del Forum annuale di oggi a Napoli dal titolo Centralismo e Burocrazia: il freno dell'Italia
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La burocrazia soffoca anche i Comuni, soprattutto quelli di piccolissima dimensione, e i cittadini devono sostenere un costo aggiuntivo pro capite pari a 251 euro all'anno, che, in termini complessivi, sfiora i 14,5 miliardi di euro. Lo afferma l'Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia), in uno studio svolto per contro dell'Asmel (Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali) in occasione del Forum annuale di oggi a Napoli, dal titolo "Centralismo e Burocrazia: il freno dell'Italia".
Tra le regioni che soffrono maggiormente il peso dell'oppressione burocratica, tutte collocate nel Mezzogiorno, figura anche la Calabria con il 32.8% pari a 513 milioni di euro annui.
L'analisi è basata sull'osservazione dei dati riferiti alla missione "numero 1" dei bilanci comunali che, con buona approssimazione, misurano le spese di funzionamento della macchina amministrativa, rapportando tale aggregato alla spesa corrente totale in capo a ciascun Comune; il risultato individua la quota di risorse assorbite annualmente dalla burocrazia. Un elevato valore di questo aggregato non necessariamente corrisponde a una gestione inefficiente delle risorse o, peggio ancora, a sprechi e a sperperi, perché queste voci includono anche servizi di carattere prettamente istituzionale, che hanno costi e dimensioni occupazionali spesso non ulteriormente "comprimibili".
Sebbene negli ultimi anni l'incidenza delle spese per i servizi generali, amministrativi e di gestione sulla spesa corrente sia leggermente in calo, nel 2020 (ultimo anno in cui i dati sono disponibili), si è attestata al 27% (-1,1% rispetto al 2016).
Le amministrazioni comunali più piccole (fino a 5.000 abitanti) registrano il costo più elevato (344 euro pro capite); seguono i municipi con oltre 60 mila abitanti (259 euro) e quelli con classi demografiche intermedie (238 euro per i Comuni tra i 5 e i 10 mila abitanti, 212 fra i 10 e i 20 mila e 208 fra i 20 e i 60 mila).
A livello territoriale, a soffrire maggiormente il peso dell'oppressione burocratica sono le realtà amministrative ubicate nelle regioni del Mezzogiorno: Basilicata con il 34,6% (152 milioni annui), Molise con il 34,5% (93 milioni), Sicilia con il 33% (973 milioni) e Calabria con il 32,8% (513 milioni). La minore incidenza è in Puglia con 24,7% (738 milioni), Lombardia con il 24% (2,1 miliardi) e il Lazio con il 22,6% (1,5 miliardi).