Italo sbarca in Calabria. l’annuncio su tutti i siti e i giornali è in pompa magna, di quelli da Istituto Luce, bianco e nero malinconico e voce impostata a decantare le gesta della Madre Italia. Un evento sicuramente importante per la nostra regione: il treno ad alta velocità, concorrente delle Frecce di Trenitalia, arriva in Calabria. A voler essere pignoli, però, si potrebbe dire che Italo torna nella nostra regione: da essa, infatti, ha preso il nome l’intera penisola, proprio grazie a quel re leggendario di nome Italo che abitava le terre degli Enotri. Ma questa è un’altra storia.  

Qui il discorso è di natura diversa, non ci sono di mezzo figure mitologiche o il passato glorioso di una terra che si bea al solo pensiero di ciò che fu, senza preoccuparsi di ciò che sarà. Qui si parla di turismo e trasporti, settori in ginocchio per via dell’emergenza coronavirus, comparti bisognosi di ripartire con una sferzata di entusiasmo, con una spinta che faccia ribollire anche il sangue magnogreco di noi terroni incalliti.


E, allora, da applausi la scelta della Nuovo trasporto viaggiatori, la compagnia madre del treno: giusto investire sul Meridione e sulla risorsa che potrebbe costituire la spina dorsale di una regione alla perenne ricerca di se stessa. Arrivano quindi le nuove corse, dal 14 giugno tutti al mare a mostrar le mascherine chiare. Si potrà arrivare a Paola, Lamezia Terme, Rosarno e Villa San Giovanni, terminando la corsa a Reggio Calabria. Un’ottima copertura dell’intera costa: alto Tirreno cosentino, catanzarese, piana di Gioia Tauro, traghetti per la Sicilia e il chilometro più bello d’Italia, in onore dell’omonimo mezzo di trasporto.

 

E però, in tutto questo c’è un però: la zona più turistica dell’intera regione viene tagliata fuori dalle corse giornaliere. La Costa degli Dei, cuore pulsante del comparto, con in testa Tropea, neo Bandiera blu, e con località mozzafiato come Capo Vaticano, Zambrone, Pizzo, Parghelia, Briatico, Nicotera e la stessa Vibo Marina, prese d’assalto ogni anno da centinaia di migliaia di visitatori, non potrà godere della visita di questo treno dal nome regale e, a quanto sembra, anche un po’ snob. Non è prevista, infatti, la fermata di Vibo Valentia-Pizzo, scalo di riferimento per il litorale più gettonato della punta dello Stivale. Lungi da noi spingerci a chiedere di percorrere la linea via Tropea, che non è predisposta per l’alta velocità, ma almeno una capatina veloce nel capoluogo di provincia si sarebbe potuta fare.

 

I motivi che hanno portato i vertici di Italo a questa decisione sono a noi ignoti, ci auguriamo che siano di natura esclusivamente tecnica, magari dovuti alla natura del tracciato (perché mai, poi? Lo scalo ricade nella tratta, percorribilissima, che va da Lamezia a Rosarno, niente di più e niente di meno), o a quei 30 chilometri di distanza tra le due stazioni di Lamezia Terme Centrale e Vibo Valentia Pizzo. Attendiamo, quindi, una risposta che sveli l’arcano. Nel frattempo, ci auguriamo solo che non sia un problema di gelosia: un re invidioso degli dei non porterebbe alcun beneficio al suo popolo. Anche perché Italo era dipinto come un sovrano saggio e illuminato. Ma questa, come dicevamo, è un’altra storia.