In cerca di soluzione

Gioia Tauro, incontro tra i diportisti e l’Autorità di Sistema: concessa una proroga alla data di sgombero

Ieri il sit-in pacifico: le barche, lì da 30 anni, ora dovranno lasciare la zona entro il 30 settembre. Nel frattempo è stato proposto ai proprietari di trovare un'area consona ad ospitarle, ma loro lamentano: «Non è una forma di collaborazione, solo una mera presa di tempo»

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di Giuseppe Mancini
30 luglio 2024
13:23

È avvenuto l’incontro tanto atteso dai diportisti gioiesi con l’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio. I proprietari delle barche erano stati invitati a sgomberare entro il 31 luglio la darsena “Marinai d’Italia” del Porto di Gioia Tauro, poiché accusati di aver occupato senza titolo lo specchio d’acqua della banchina ovest II tratto, denominata M2. Ma hanno protestato e, in cerca di una soluzione, ieri hanno indetto un sit-in pacifico all’interno del porticciolo, nella zona adiacente alle proprie unità nautiche. Hanno espresso il rifiuto a lasciare la zona in cui si trovano da 30 anni e hanno rimarcato la volontà di mettersi in regola.

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Questa mattina due esponenti dei diportisti sono stati ospitati alle 10 presso gli uffici dell’Autorità di Sistema Portuale, per provare a risolvere la questione. La delegazione dei proprietari delle imbarcazioni ha proposto la realizzazione di due o tre pontili di trenta metri di lunghezza e due di larghezza, per ospitare tutte le unità e accogliere anche quelle di altri che avevano chiesto la concessione.


Ciò che si è ottenuto è una proroga di due mesi alla data di sgombero, che ora è fissata al 30 settembre. Nel frattempo è stato proposto ai diportisti di individuare un’area all’interno del porticciolo consona ad alloggiare le barche. Giovedì mattina è stato fissato un appuntamento con un tecnico che si recherà sul luogo. Altresì, i diportisti sono stati invitati a trovare un accordo con un’altra associazione che ha fatto richiesta di concessione per un totale di 12 unità nello stesso punto dove ora loro dislocano le barche.

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«Non è una forma di collaborazione, bensì una mera presa di tempo – lamentano i diportisti -. Troppi ostacoli e negazioni. Per trovare un posto a 50 barche, quello dove siamo adesso è il punto più semplice. Avevamo proposto anche di trovare un’altra zona alle 12 barche che hanno richiesto concessione, sarebbe stato molto più facile».

La vicenda è seguita da vicino anche dall’amministrazione comunale di Gioia Tauro, che si è attivata fin da subito per cercare di trovare un accordo soddisfacente.

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