Nel corso della cerimonia di battesimo di Msc Celestino Maresca al Medcenter Container Terminal di Gioia Tauro, il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, ha evidenziato l’importanza dell’evento: «È la più importante cerimonia marinaresca mai svoltasi nel porto di Gioia Tauro. Fatemi peccare di superbia: ho letto del rilievo accordato alla identica cerimonia avvenuta in altri porti, ma a noi non fa molto effetto vedere navi gigantesche come la Celestino Maresca ormeggiate alle nostre banchine, siamo abituati bene, grazie alle scelte armatoriali, anche due in linea di fila, anche impegnate nel sorpasso nel nostro canale portuale, grazie a Cp e servizi nautici, e soprattutto, senza offesa per nessuno, anche a pieno carico con 24.000 contenitori a bordo».

Con lo sguardo rivolto ai traguardi segnati dall’infrastruttura portuale di Gioia Tauro, il presidente Andrea Agostinelli ha aggiunto: «Il nostro è un porto modernissimo e fantastico, impreziosito dai cospicui investimenti dei terminalisti privati ma anche pubblici, come dirò. Siamo al centro del Mediterraneo, fondali da sogno che addirittura progettiamo di approfondire ulteriormente, dopo 20 anni abbiamo finalmente la ferrovia portuale a norma europea e avremo prestissimo il valore aggiunto di un polo per le riparazioni navali, i traffici costantemente in crescita, anche nel 2023. Noi rappresentiamo una eccellenza meridionale al servizio della logistica e della economia marittima nazionale».

Riferendosi alla normativa europea Ets ha dichiarato: «La giornata odierna avrebbe dovuto rappresentare l’apoteosi del nostro rilancio, eppure la direttiva europea Ets, disastrosa nelle sue conseguenze, rischia seriamente di tagliarci le gambe. Avevamo denunciato questo pericolo sin dal maggio 2022 alle Associazioni di categoria competenti, e domani invieremo un secondo documento aggiornato alla Regione e alle istituzioni governative italiane ed europee. Desidero soltanto sottolineare, ancora una volta, l’assoluta necessità che, ancor prima di una revisione integrale della normativa, ai 6 porti europei che hanno, come il nostro, caratteristiche di hub di trasbordo fosse riconosciuta almeno la par condicio rispetto a Tangermed e a quei porti trans mediterranei che continueranno ad operare indisturbati e oserei dire favoriti, come se l’inquinamento atmosferico valesse meno, o non valesse affatto, a determinate latitudini. Questa direttiva non ci piace, ma ho fiducia che con l’azione di una politica finalmente trasversale, e con il dialogo con le istituzioni europee che anche noi abbiamo modestamente avviato, Gioia Tauro possa ancora farcela, e devo veramente elogiare il Presidente della Regione per il pressing costante effettuato presso i ministri competenti, così come abbiamo apprezzato la lettera che il Ministro Salvini, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e con altri 6 Ministri dei trasporti della UE ha sottoscritto ai Commissari europei per la richiesta quanto meno di una moratoria sulla applicazione della Direttiva. Mi rivolgo ai nostri lavoratori portuali, del cui impegno non ringrazierò mai abbastanza: non abbiate paura di rimanere soli in questo difficile frangente. Eravamo in tanti il 17 ottobre scorso a difendere il porto di Gioia Tauro e soprattutto il vostro posto di lavoro, c’era tutta la Regione Calabria, Governatore in testa, Sindaci, Istituzioni, Confindustria e Sindacati. Al governatore Occhiuto e al Ministro Salvini chiedo di aprire una discussione complessiva sul porto di Gioia Tauro, un focus sulle questioni più impellenti, oltre all’Ets. Mi riferisco all’elettrificazione delle banchine e alla soluzione di un contenzioso con un Consorzio regionale, che impedisce il pieno sviluppo delle attività dei terminalisti, attraverso tavoli ministeriali con la Regione Calabria che auspico possano essere avviati da domani. Si è fatto per Genova, Ministro Salvini, indubbiamente il “porto storico” della nostra economia marittima, ma io sostengo che si possa e si debba fare anche per Gioia Tauro, il gioiello del Sud, l’unico porto nazionale che consente la partecipazione dell’Italia alla architettura planetaria di  interscambio dei containers, e le navi che vedete ne sono la prova inconfutabile, mentre il porto con la sua ferrovia portuale si affaccia con ambizione anche al mercato “gateway”, con l’altro terminal che movimenta più di 300.000 autoveicoli l’anno».

Infine, ma non per ultimo, il presidente Andrea Agostinelli si è rivolto al comandante Gianluigi Aponte: «E infine mi rivolgo all’armatore Msc, a lei Comandante Aponte, il suo ritorno qui a Gioia Tauro è tanto gradito quanto significativo, e mi perdoni la consueta franchezza, anzi, proprio perché conosco la sua propensione per le sfide difficili ed i sogni visionari. Lungi da me ogni forma di preghiera, ma anche lo Stato  ha investito negli ultimi 15 anni in questo porto circa 170 milioni di euro per imponenti interventi infrastrutturali che hanno reso il vostro terminal perfettamente performante e produttivo, e altri 15 noi stiamo impegnando in queste ore per l’asfaltatura dei piazzali e per la costruzione, unica in Italia, di un edificio ad uso esclusivo di tutti i portuali; Noi siamo l’unica Autorità Portuale, ripeto, unica in Italia, che rimborsa annualmente agli armatori una quota parte delle tasse di ancoraggio introitate, per ringraziarli di aver scelto  banchine italiane rispetto a quelle marocchine, egiziane, turche, forse più appetibili per il costo del lavoro, e da domani sicuramente più appetibili per il costo del trasporto, e continueremo a ringraziarli anche nei prossimi anni, e magari a ringraziarli di più. Noi siamo l’unica o fra le pochissime Autorità di Sistema che non ha tartassato nessuno, tramite l’applicazione ai canoni di concessione dei terminalisti di balzelli e misure aggiuntive, magari per ripianare deficit di bilancio, perché i nostri bilanci sono floridi. Noi non abbiamo avuto paura, quando nel febbraio 2019 prendemmo una decisione molto difficile, anzi, vi abbiamo entusiasticamente aperto le porte di questo terminal meraviglioso, ed è stata la fortuna di questo porto».

E ha così concluso: «Io ritengo che l’Autorità Portuale abbia giocato fino in fondo le sue carte; ora, di fronte a questa Direttiva insensata, la parola passa alla politica e alla volontà degli armatori, ma, come è successo negli anni bui della pandemia, il porto di Gioia Tauro, lo abbiamo ripetuto molte volte in questi giorni incerti, anche stavolta non si fermerà».