Il problema più grosso del Pnrr: è difficile capire quali siano i suoi effetti sulla vita delle persone. Il discorso non vale per più di 1.400 calabresi: per alcuni di loro in modo chiarissimo. Il proprietario di una villetta nel Cosentino ha ricevuto 308mila euro dal Next Generation Eu per ristrutturare una villetta con il Superbonus. È tra le cifre più alte ottenute in Calabria: distante dal record italiano di Guidonia Montecelio, in provincia di Roma (426mila euro per una ristrutturazione) ma non troppo lontana dai 380mila euro stanziati per una riqualificazione energetica a Torre del Greco, in provincia di Napoli. È andata bene anche ad altri titolari di abitazioni unifamiliari: villette ristrutturate con 280mila euro nel Reggino, 260mila nel Vibonese e così via. Fino a un totale di 216,4 milioni di fondi del Pnrr per 1.416 villette. Cifra simile (222,8 milioni) per i 427 condomini interessati dagli interventi.

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Il censimento delle ristrutturazioni finanziate con il debito comune europeo creato per aiutare il Continente dopo la mazzata del Covid 19 occupa 1127 pagine di un’enorme tabella pubblicata nei giorni scorsi dal ministero dell’Ambiente come prevede l’ultimo decreto sul Piano nazionale che obbliga gli uffici a rendere pubblico «l’elenco delle asseverazioni rendicontate, comprensive del codice univoco identificativo: lo scopo è quello di tenere d’occhio, dal punto di vista burocratico, i cantieri del Superbonus pagati con i denari dell’Unione europea. In totale fanno 60.755 interventi per 13,726 miliardi di euro.

Un pezzo del Superbonus è finito a carico di Next Generation per una scelta compiuta dal governo Draghi nel 2021: lo scopo era quello di tamponare il buco che il Bonus 110% stava già cominciando ad aprire nei fondi pubblici.

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Gli interventi sono concentrati nel Nord del Paese, dove si localizza più del 60% dei lavori. È la Lombardia a farla da padrona con stanziamenti per 2,92 miliardi di euro, il 21,3% del totale (9638 villette e 3013 condomini). Al Sud è finito soltanto il 26,4% delle risorse, numero lontano dalla clausola del 40% che caratterizza la distribuzione dei fondi del Pnrr, il cui scopo era quello di chiudere il gap tra Nord e Sud del Paese, in nome della coesione territoriale.