Inverni sempre più autunnali, autunni sempre più estivi. Il cambiamento climatico che ha consentito l’ennesimo weekend di mare a cavallo fra fine ottobre e inizio novembre, per i commercianti è una iattura. Bernardo Gozzini, amministratore unico del Lamma (Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale) l’ha detto: «Il rischio per la Calabria è quello di clima sempre più tropicale». 

Nei negozi di Cosenza cappotti e maglioni sono arrivati, sciarpe e scarponcini pure, eppure restano fermi in esposizione. Le vetrine provano a richiamare i clienti all’acquisto, ma tutto è inutile: «Non c’è la necessità di acquistare un capo invernale». Il che, con più di 20 gradi nelle ore calde del giorno, a novembre, è piuttosto normale.

Cambiamento climatico, le voci dei commercianti

Un problema globale e sicuramente di più larga scala, ma che sui commercianti di vestiti pesa come un macigno: «Chi prepara la stagione un anno prima perché non lavora sullo shopping usa e getta non può avere le previsioni del clima a 365 giorni di distanza – ci spiegano – e il rischio è quello di ritrovarsi i magazzini pieni di roba invernale che resta invenduta fino ai saldi di gennaio».

Quello che succede, in sostanza, è che per quanto il passeggio su Corso Mazzini, nel centro di Cosenza, resti comunque sostenuto, nei negozi entra poca gente. Un problema orizzontale, che colpisce tutti, dal fast fashion alle boutique di qualità. In questo senso, il cambiamento climatico è tristemente paritario: «Fino a pochi anni fa questo era il periodo dei capispalla, adesso – dicono i commercianti in coro – c’è ancora grande richiesta di mezze maniche e cotone». Non fanno eccezione le scarpe, che spesso vengono considerate un capo immune alle stagioni.

Pochi i negozi che riescono a vendere capi invernali e quasi tutti con i cosiddetti saldi di metà stagione, una novità venuta alla luce proprio con l’innalzamento delle temperature: «Lo facciamo da un po’ di anni e, per fortuna, riusciamo ad attirare il cliente». Saldi di metà stagione a un passo dal Black Friday, che arriverà fra poco più di venti giorni (ma che, in realtà, inizia già dalla settimana precedente al 29 novembre). Più che altro, una necessità.

La richiesta: «Saldi di fine stagione a febbraio»

Saldi di metà stagione, Black Friday e in un battito di ciglia è già gennaio, ovverosia il mese dei saldi di fine stagione. Quest’anno la data stabilita è quella del 5, la vigilia dell’Epifania. Troppo presto secondo i commercianti, che chiedono uno slittamento: «Se tutto il mondo tiene conto del cambiamento climatico, non vedo perché non dovremmo farlo con i saldi. Spesso ci si scorda che le difficoltà del venditore finale vanno di pari passo con quelle del produttore». E dunque, addio a gennaio come mese per iniziare a comprare a prezzo di sconto cappotti, montgomery e dolcevita: «Non possiamo pensare che a gennaio, quando abbiamo iniziato a malapena da un paio di mesi la vendita invernale, possiamo scontare così tanto: siamo in pieno autunno e ancora la merce è ferma, come si può ragionare così a breve termine per i saldi?». A questo punto, la proposta è lanciata. Ma l’impressione è che, almeno per ora, il dialogo non sia iniziato.