«È stato un successo inaspettato – spiega Ilaria - sono stata segnalata a mia insapute insieme ad altri imprenditori e tutto questo mi riempie di orgoglio e soddisfazione». Un anno fa ci ha raccontato il suo impegno nella valorizzazione del “biondo della spina”, una qualità di arancia autoctona coltivata nelle campagne di Caulonia. Oggi l’impegno di Ilaria Campisi è stato riconosciuto anche a livello nazionale con il premio “Economia del Futuro”, indetto dal Polo del Gusto di Trieste presieduto da Riccardo Illy e che racchiude diversi marchi dell’eccellenza italiana. L’imprenditrice cauloniese è stata premiata per “Arance in viaggio”, il suo progetto di recupero di antiche varietà di agrumi, che mira alla salvaguardia della biodiversità fornendo opportunità di lavoro e facendo conoscere un'eccellenza e un raro prodotto regionale in tutta Italia e Europa.

«Per me è stato come vincere un Oscar – ha detto Ilaria - Se si tratta di un punto di arrivo o di partenza? È  un punto di riconoscimento di tutta la fatica che c’è dietro. Lo dedico a mio padre che ha conservato non volendo mai vendere i terreni di famiglia, e a mia madre che mi ha supportato in tutti questi anni».

Il premio viene assegnato ogni anno a personalità, aziende, progetti che mettano al centro delle loro attività una visione di sviluppo economico in grado di anticipare tendenze e soluzioni del futuro. Un successo quello di Ilaria condiviso con il suo piccolo gruppo di lavoro che costituisce anche un esempio di integrazione. «Io sono in Calabria da 10 anni – racconta Gibba, giovane collaboratore originario del Gambia - qui ho trovato lavoro grazie a Ilaria, a lei dico grazie». Il particolare agrume è una specie in via d’estinzione.

Dall’imprenditrice anche un appello ai produttori per rilanciare l’agrume ormai in via d’estinzione. «Se perdiamo il “biondo” perdiamo una parte di identità, che non è solo di Caulonia, ma di tutta la Calabria – afferma - Questa arancia la voglio far viaggiare insieme ai miei ragazzi in tutto il mondo, perché non rappresenta solo il nostro passato, ma il nostro futuro».