Giornata inaugurale del Vinitaly, in una domenica 14 aprile che sa più di estate incombente che non di dolce primavera, e Gruppo Caffo sempre in grande spolvero, testimoniando ulteriormente una leadership nazionale nel comparto amari ormai consolidata.

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Erano appena le dieci e nel primo giro ricognitivo che uso fare per un'idea generale dell'edizione in corso, al Padiglione 3 (Stand B5) incontro Pippo Caffo e Nuccio Caffo intenti a stringere mani e salutare operatori provenienti da ogni parte del mondo. Attorno a loro gli storici collaboratori, compresi quelli che lavorano all'estero. Lo stand della Caffo è ancora più grande (due i piani disponibili), funzionale e luminoso rispetto al recente passato. Il leit motiv è quello del prodotto di punta e che ha costruito il successo dell'azienda calabrese: il Vecchio Amaro del Capo.

Accanto a questo mitico simbolo della Calabria che produce e vince, tutti gli altri liquori e distillati della Caffo, ormai così numerosi che è difficile finanche elencarli: basti ricordare l’Elisir Borsci S. Marzano, il Petrus Boonekamp, l’Amaro S. Maria del Monte, il Liquorice, le grappe. Conosco da tanti anni Pippo e Nuccio Caffo e ho avuto modo di vederli all'opera in diverse fiere internazionali: dagli Usa alla Germania e all'Italia. Sempre sorridenti, affabili e disponibili con tutti, mettendo in campo una capacità di tenere relazioni positive che ha pochi eguali. Il successo di un'azienda dipende da numerosi fattori, ma nel caso del Gruppo Caffo posso azzardare che la componente umana sia stata essenziale, se non decisiva. 

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Da qualche anno il gruppo ragiona in termini di decine e decine di milioni di fatturato, ma Pippo e Nuccio Caffo non hanno mai smarrito quell'approccio sereno e rilassato, mai altezzoso o presuntuoso, nonostante i trionfi, non solo in termini di business, siano stati numerosi e prestigiosi. Nulla di recitato o di finto e posticcio, ma solo una naturale propensione a essere tanto dinamici quanto semplici, tanto capaci di guardare a obiettivi globali quanto testardi nel non rinunciare alla radice culturale meridionale che non si fa mai fagocitare dalla logica delle sole quantità. Quest'anno, per volontà della Regione Calabria, nell'ambito della collettiva dei vini organizzata al Padiglione 12, c'è spazio anche per gli amari, quale storia da raccontare per dimostrare che i record economici possono essere costruiti anche al Sud. Il primato nazionale degli amari calabresi basa ovviamente sulla "portaerei" Caffo che tra i suoi tanti meriti ha avuto anche quello di indicare a diversi produttori la strada corretta per crescere e affermarsi. All'appello della Regione la Caffo ha risposto sì, per cui la produzione specifica calabrese ha un proprio stand anche nell'ambito della collettiva del Padiglione 12.