Sparisce dalla manovra il fondo pensato per chiudere il gap del Meridione su istruzione, strade e rete idrica. Dei 4,6 miliardi liberati dal governo Draghi restano 900 milioni. Carfagna: «Una scelta irresponsabile»
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Un colpo inferto al Sud senza che il Sud, a parte il governatore della Puglia Michele Emiliano, abbia finora battuto un colpo. Il succo è il taglio di oltre 3 miliardi e mezzo di euro che emerge dalla manovra: molto interesse per il Ponte sullo Stretto mentre spariscono i finanziamenti destinati a miglioramenti infrastrutturali di vario tipo, dalla scuola alla sanità, passando per i trasporti e per la rete idrica.
I 4,6 miliardi di euro stanziati fino al 2033 sono quasi tutti cancellati: restano meno di 900 milioni, per l’esattezza 891. Il dettaglio dice che sono “salvi” 100 milioni all’anno dal 2027 al 2033, che si sommano ai 191 milioni di euro già impiegati per il 2022 e il 2023.
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È Mara Carfagna a denunciare la decisione del governo: «Sono rimasti sì e no 700 milioni – spiega l’ex ministra per la Coesione e il Mezzogiorno nel governo Draghi –. Il fondo per la perequazione infrastrutturale era stato creato dal governo Conte 2 ma di fatto lo aveva reso operativo il governo Draghi. Individuammo quattro macro settori sui quali intervenire per coprire il gap infrastrutturale: le opere idriche, l'istruzione, la sanità e i trasporti».
Carfagna riepiloga il progetto di ripartizione dei fondi: circa 1 miliardo e 300 milioni per il settore idrico, circa un miliardo e 100 milioni per il comparto dell'istruzione, poco più di un miliardo per il divario infrastrutturale in campo sanitario, infine un miliardo e cento milioni per i trasporti». E punta l’indice sull’attuale ministro della Coesione Raffaele Fitto: «Ha ereditato un lavoro dettagliato ma l'ha subito accantonato, ora si scopre anche che il Fondo è stato quasi completamente svuotato. Allora, spieghi ai cittadini meridionali il perché. Quando era all'opposizione saliva in cattedra a dare lezioni di coerenza in materia di Sud e Coesione, ora è diventato afono?».
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L’ex ministra parla di «una scelta miope, grave, irresponsabile. Un altro schiaffo al Sud, a conferma di quanto poco il Mezzogiorno interessi all'attuale esecutivo. D'altro canto, nella lunghissima conferenza stampa di inizio anno, la presidente del Consiglio non ha mai minimamente fatto neppure un accenno al Meridione». Se Emiliano chiede al governo di riprendere il percorso interrotto, il responsabile Sud del Pd Marco Sarracino evidenzia che le scelte dell’esecutivo Meloni vanno in direzione contraria alle esigenze del Sud: «Se la prendono con il Mezzogiorno – spiega a Domani – preferendo investire le risorse degli italiani sul Ponte sullo Stretto, invece di intervenire sui profondi divari esistenti tra nord e sud su sanità, trasporti e istruzione: un accanimento della destra contro un territorio che invece meriterebbe opportunità e protezione».