Tanti i riconoscimenti ottenuti in due anni, tra cui una stella Michelin confermata anche per il 2023. Antonio Biafora fa parte di quella generazione di calabresi che portano avanti imprese e progetti innovativi tra mille difficoltà
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“Non sembra nemmeno di essere in Calabria”. Potrebbe sembrare anche un’espressione di cattivo gusto, che sentiamo ripetere quando si fa qualcosa che sembra impossibile realizzare nella nostra regione. Eppure tra mille fallimenti, ritardi, burocrazia soffocante e graduatorie nazionali che ci vedono sprofondare, nonostante tutto ciò, sempre più spesso si sente dire: “non sembra nemmeno di essere in Calabria”. Che significa che la Calabria sta veramente cambiando, lentamente ma sta cambiando, nonostante tutto e tutti.
C’è una generazione di giovani che sta portando avanti progetti interessanti, realizzando imprese innovative, con coraggio e con testardaggine, in settori considerati perdenti. “Non sembra nemmeno di essere in Calabria” lo abbiamo sentito dire qualche giorno fa in un piccolo ristorante nel cuore della Sila grande, sull’altopiano delle meraviglie, tra San Giovanni in Fiore, Camigliatello, Lorica. Incastonato nella splendida montagna c’è un gioiello che si chiama Hyle, così piccolo, incredibilmente piccolo, da sembrare grande, tanto grande. Si tratta di appena 12 posti, su cui era normale immaginare l’insostenibilità economica di un’impresa del genere.
Come poteva riuscire, tre anni fa, l’iniziativa del giovane chef-imprenditore Antonio Biafora? Lui è un ‘figlio d’arte’, considerato che il nonno aveva iniziato 50 anni fa con una trattoria, che il papà ha poi trasformato in un ristorante-albergo che cresceva lentamente, anno dopo anno, fino a diventare negli ultimi anni un’eccellenza calabrese.
Antonio ha ricevuto prima un riconoscimento nazionale molto importante: designato “Chef sorpresa dell’anno” dalla Guida 2021 di Identità Golose. Un riconoscimento prestigioso arrivato in un momento difficile per tutti, segnato dalla profonda crisi che ha colpito duramente il settore della ristorazione. Subito dopo, nel 2022, la stella Michelin, confermata anche per il 2023.
Hyle, nonostante crisi e pandemia, è felicemente in piedi, sano e salvo, e pure stellato! È molto attivo (tutto prenotato per settimane), apprezzato per la sua eleganza, la raffinatezza, una superba accoglienza, la spettacolare qualità della sua cucina. Ma meriterebbe subito l’oscar per la classe e il garbo del personale, oltremodo qualificato.
Ma Hyle si distingue nel panorama nazionale non tanto e non solo perché è un piccolo e prezioso ristorante stellato. E nemmeno perché si trova nello splendido altopiano della Sila, immerso nel verde di boschi maestosi dove si respira l’aria più pura d’Europa. Non è solo per la cultura del mangiare e dell’accoglienza che si pratica quotidianamente. Il motivo vero del suo successo sta tutto nella brigata di giovani chef, capeggiati dallo stellato Antonio Biafora, che è riuscita nel miracolo di far sentire gli ospiti come a casa propria. Infatti qui la cucina si fonde con il ristorante, gli chef preparano i pasti sotto gli occhi di tutti, e c’è un meraviglioso caminetto sempre acceso che sta al centro della scena. Tutto è così sussurrato e impercettibile che i clienti scoprono il piacere di gustare il cibo con una lentezza poetica, con soddisfazione e interesse. Tanto che si può rimanere a tavola per alcune ore senza nemmeno accorgersene, a consumare i piatti di ogni singolo ‘percorso’, cullati dal fuoco che arde lentamente.
I giovani chef, la cosiddetta ‘brigata’, sono attentissimi, di poche parole e mille attenzioni, si muovono fra sala e fornelli con garbo e istintiva eleganza. Con Antonio Biafora, la brigata è formata da Francesco Cardace, Raffaele Condino, Giacomo De Rose, Stefano Genovese, Francesco Abbate e altri ragazzi altamente qualificati che ogni giorno rendono possibile questo meraviglioso miracolo nel cuore della Sila. I riconoscimenti a livello nazionale, nonostante i pochissimi anni di attività, inframmezzati da due pandemie, sono tanti. La brigata è stata ospite all'ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana per l'evento “Cene d’autore”, che tradizionalmente chiude la fase residenziale degli allievi del corso superiore dell’istituzione. Per l'occasione, la brigata ha guidato 20 allievi della Scuola nella realizzazione di un menu gastronomico che valorizza i prodotti tipici del territorio silano e calabrese. Per Antonio Biafora la presenza all'ALMA ha il sapore di un ritorno a casa: è qui, infatti, che ha mosso i primi passi in cucina, diplomandosi al corso Superiore di Cucina Italiana.
Hyle è anche premiato per la miglior carta dei vini per la categoria ristoranti stellati Michelin. Questo grazie alla straordinaria dedizione e professionalità di Stefano Genovese e Francesco Abbate che accompagnano il viaggio sensoriale degli ospiti con un’ampia e attenta selezioni di vini. E ancora una piccola nota sulla carta dei vini premiata. Si tratta di una selezione di poesie e di illustrazioni che accompagna la carta, riallacciando e ricostituendo quell’antico e nobile legame tra vino, arte e poesia.
La nuova guida Ristoranti e Vini d'Italia de l'Espresso vede presente Hyle con ben 4 cappelli: un traguardo notevole che è motivo di orgoglio per la Calabria intera, sempre più protagonista nel panorama della gastronomia italiana.
A questo punto… una stella non basta! Anche perché: “Non sembra nemmeno di essere in Calabria”!