Il cancello è aperto e nel mega impianto si può entrare senza interferenze particolari mentre sulla spiaggia di Favazzina, a pochi metri dai tubi del gas che arriva dall’Algeria, pescano tranquillamente.

Per la prima volta le telecamere del nostro network raccontano l’inizio della parte peninsulare di Transmed, il gasdotto che – dopo il passaggio dalla Sicilia – arriva nel mare di Scilla e, grazie agli accordi con il paese africano, potrebbe rendere l’Italia autonoma dalla Russia. «Poco fa c’era un addetto», dice all’interno dell’area recintata l’operaio di una ditta esterna, che poi precisa: «Solitamente sono 2 o 3».

Opera nazionale strategica sì, specie ora che si prevede un potenziamento di 9 miliardi di m3 – rendendo l’Algeria il primo rifornitore dell’Italia - ma nel centro di smistamento che porta il gas fino all’Emilia si può entrare con facilità perché per la Snam il problema non sembra quello dei malintenzionati. Alcune persone incontrate nelle vicinanze ricordano gli sfiati che ogni tanto impressionano e le frane che, sulla vicina statale 18, hanno lambito l’impianto. Ma è dalla piazza di Scilla che arrivano altre rivelazioni sorprendenti.

«A Scilla non usiamo il gas della rete nazionale – dice un cittadino – il metanodotto sale attraverso una montagna ma non rifornisce il paese e, forse, visti i tempi del caro bolletta, non è un problema». Rimangono col dubbio in questo angolo di Calabria: contribuiscono al risparmio che la guerra impone ma – assente il sindaco, ci dicono nel municipio – il Comune, per le fonti fossili che sopporta sul mare, non incasserebbe compensazioni dall’azienda di Stato.

Nella vicina Bagnara, invece, il gas di Favazzina lo usano, anche se il sindaco Adone Pistolesi non sa dire se sulla bolletta questa contiguità territoriale si sente. «Sulle compensazioni – conclude il sindaco eletto prima dell’estate – mi impegnerò a verificare se potrebbero toccare anche al nostro Comune».