Una situazione critica. È quella prospettata per i dipendenti dei call center calabresi dai segretari generali della Slc Cgil, Daniele Carchidi, della Fistel Cisl, Francesco Canino, e della Uilcom Uil, Fabio Guerriero, che in una nota l'hanno definita «una catastrofe occupazionale e un impoverimento dell’economia locale».

Un dramma sociale

I sindacati hanno inviato oggi alle prefetture calabresi una comunicazione nella quale segnalano «la grave situazione di dramma sociale che sta vivendo il territorio a causa dei mancati rinnovi dei contratti a tempo determinato a seguito dell'entrata in vigore del "Decreto dignità". Senza voler entrare nel merito del provvedimento di legge - proseguono -, onde evitare strumentalizzazioni politiche di vario genere, gli effetti che ne derivano non sono sicuramente quelli auspicati dalla dichiarata volontà del legislatore».

«Superare le condizioni di precariato»

Aggiungono Carchidi, Canino e Guerriero: «Il provvedimento doveva agevolare il superamento delle condizioni di precariato per i tanti contratti a tempo determinato o in somministrazione, favorendo la tanta agognata stabilizzazione. Nei fatti ciò che sta accadendo è totalmente in direzione contraria. In Calabria mille lavoratori hanno già perso il lavoro da luglio a oggi e 500 potrebbero essere coinvolti nei mesi a seguire», hanno concluso.

 

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