Nei giorni scorsi le segreterie unitarie di Cgil, Cisl, Uil Calabria si sono riunite con l’obiettivo di fare un’analisi del quadro regionale e rilanciare l’azione del Sindacato Confederale calabrese tenuto conto anche delle tre manifestazioni unitarie di piazza di Milano, Bologna e Napoli che hanno segnato un punto di svolta nell’azione di mobilitazione unitaria delle sigle confederali.

Adesso, è necessario un cambio di passo radicale . I rallentamenti a livello nazionale, purtroppo, si riflettono pesantemente anche in ambito regionale e locale, per questo è necessario dare operatività a quella cabina di regia che è stata istituita un anno e mezzo fa per la verifica di questi finanziamenti.

Lo strumento della sorveglianza sociale, lo ribadiamo ancora una volta, è di fondamentale importanza per verificare gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e le sue ricadute su comparti, quale quello sanitario, che aspetta di vedere realizzata la medicina del territorio, resi operativi i nuovi ospedali e aperte quelle case della comunità che, ad oggi, sono rappresentate solo nei documenti progettuali.

Per noi vincere le sfide aperte sul lavoro vuol dire sapere mettere insieme il piano Gol - sul quale purtroppo dobbiamo segnalare la totale assenza di confronto con la giunta regionale - al fine di evitare che le politiche attive si realizzino in contrasto con le reali necessità del territorio e con lo sviluppo delle attività produttive attraverso l’atteso potenziamento della Zes.

Proprio sul futuro della Zona economica speciale, poi, non possiamo non segnalare l’incomprensibile rallentamento della marcia del governo sulla concreta applicazione di questo strumento indispensabile, insieme ad un corretto ripensamento sulla gestione delle politiche attive per il lavoro, come sostanziale leva di sviluppo per la Calabria.

Per questo, ancora una volta ed unitariamente, chiediamo alla Regione Calabria di mettere mano ad un Piano per lavoro, per il lavoro di qualità ed in sicurezza, che riesca a dare concretezza a tutti gli investimenti messi a disposizione dall’Europa e dalla Nazione e , segnando un tratto di discontinuità reale con il passato, siano in grado di evidenziare impatti occupazionali positivi, mettendo al centro il merito, puntando sulle qualità dei giovani calabresi e ricercando quella parità di genere che, sino ad oggi, è stata troppo spesso accantonata.

Adesso, poi, sono maturi i tempi per avviare un confronto costruttivo e di merito sulla programmazione del Por 2021/2027 - strumento determinante per consentire alla nostra regione di agganciare senza ritardi le politiche di transizione che provengono dall’Europa - mettendo come solida base dello stesso la discussione con il partenariato economico e sociale.

Transizioni, soprattutto quella ambientale, che non possono discostarsi da interventi urgenti e mirati al potenziamento del settore delle forestazione, per il quale siamo scesi in piazza lo scorso dodici maggio, che necessita di un potenziamento assunzionale, rispetto al quale la Regione si è impegnata, indirizzato alla cura dell’ambiente, al contenimento del dissesto idrogeologico e, come sintesi di questi due interventi, al rilancio delle aree interne della nostra regione.

Non possiamo, poi, dimenticare che in Calabria è ancora viva un’emergenza sanitaria fatta di ritardi, omissioni e inadempienze. Noi siamo convinti che, anche su questo settore, sia necessario procedere alla stabilizzazione del personale precario, individuare le risorse necessarie alla creazione di nuovi posti di lavoro e, in ultimo ma non per ultimo, realizzare un’attenta ricognizione, propedeutica ad un’azione di razionalizzazione, degli accreditamenti del settore privato.

Alla Regione, ancora, vogliamo ricordare che il 21 luglio del 2020 i Segretari generali Cgil, Cisl, Uil, dalla piazza di Siderno, hanno coralmente lanciato la vertenza Calabria. L’appello di Bombardieri, Landini e Sbarra è stato raccolto e rilanciato dal Presidente della giunta regionale e dal Consiglio regionale ma, ad oggi, i temi contenuti nella Vertenza Calabria non sembrano essere più al centro dell’agenda politica di chi governa la cosa pubblica in questa regione.

Riteniamo che accantonare questa piattaforma sia un errore madornale, inaccettabile e per questo chiediamo al Presidente della giunta regionale e al Presidente del Consiglio regionale di dichiarare, aperti verbis, le loro reali intenzioni su una vertenza sostenuta dai vertici nazionali dei Sindacati confederali e alla quale si era catalizzato il sostegno di un campo largo di istituzioni e politica.