Anche i pastori crotonesi, come quelli sardi, gettano il latte a terra come segno di protesta. Questa mattina alcuni di loro si sono dati appuntamento alle porte della città di Pitagora, lungo la SS 106, per manifestare solidarietà ai colleghi dell’isola e chiedere di alzare il prezzo del latte. «70 centesimi è il prezzo medio ma non basta – dicono -, non riusciamo ad affrontare le spese alle quali ogni azienda purtroppo annualmente va incontro: acqua, bollette, gasolio, veterinario aziendale e ancora spese bancarie, manutenzione dei mezzi agricoli, smaltimento carcasse di animali senza tralasciare il mensile per il mantenimento delle nostre famiglie. Il prezzo ideale sarebbe di almeno 1 euro, come hanno chiesto i pastori in Sardegna – spiegano -. Molte sono le difficoltà considerando che non portiamo lo stipendio a casa. Basti pensare che vendiamo il nostro prodotto sotto i costi di produzione. Mi dispiace dirlo – aggiunge il titolare di un’altra azienda – ma io a questo punto preferisco che muoiano le pecore».

Le richieste dei pastori

Una manifestazione che non ha però registrato la partecipazione che ci si attendeva:  «Purtroppo riuscire a mettere d’accordo tante persone non è mai facile – commentano i pastori crotonesi -. Dobbiamo anche dire che c’è sempre chi cerca di boicottare. Si parla anche di un’altra manifestazione prevista per domani a Crotone. Ma anche se siamo qui in pochi vogliamo dire quali sono i nostri problemi». Tra le richieste dei pastori, oltre all’aumento del prezzo del latte, anche il blocco delle importazioni ed esportazioni, meno burocrazia e l’istituzione di un tavolo tecnico periodico con pastori, allevatori, agricoltori. «In questo modo si potrebbero risolvere i problemi più facilmente».