Poco più di venti giorni all’ora X. Il 2 aprile scatterà l’aumento dei Dazi Usa anche verso l’Unione Europea e bisogna capire se coinvolgerà, come pare, anche l’agroalimentare. Quello calabrese esporta verso i confini a Stelle e Strisce prodotti per 81 milioni di euro (dati SACE 2023). Ma non solo, perché ci sono molti imprenditori che dalla nostra regione hanno aperto proprio negli States e lavorano con i prodotti di eccellenza del territorio. Come Dario Gallo, proprietario di due ristoranti a San Diego e a Los Angeles, che spiega la situazione.

Dazi Usa, Dario Gallo: «Non rinuncerò ai prodotti calabresi»

Proprietario di Civico 1845 a San Diego e di Civico 2064 a Los Angeles, Dario Gallo ritiene che ancora Trump sui dazi Usa non abbia scoperto tutte le carte. «Credo che voglia soprattutto minacciare Messico e Canada. L’Europa, in questo momento, forse ha poco da temere». Gallo lavora quasi esclusivamente con prodotti calabresi. «Entrambi i miei ristoranti sono incentrati sulla Calabria, usiamo tanti prodotti che arrivano dalla nostra regione».

Il ristoratore, però, è convinto che i dazi Usa influiranno poco. Almeno sugli esportatori. «Nel caso in cui l’aumento dovesse essere confermato, ne risentiremo soprattutto al di qua dell’Oceano. Questo perché – spiega ancora – il costo d’acquisto dei prodotti Igp e Dop è già molto alto». Gallo conferma dunque quanto aveva già detto il professor Previtera qualche giorno fa. «Si tratta di prodotti di eccellenza. Chi lavora sulla qualità non potrà rinunciarci, quindi l’aumento graverà soprattutto su di noi e sui consumatori finali».

Sui Dazi Usa in sé, Dario Gallo spiega: «Qui l’impressione è che ancora Trump non abbia detto tutto. Questo perché in questo momento vuole colpire soprattutto i Paesi confinanti». Cioè Canada e Messico, con cui i rapporti sono da tempo incrinati. «Per l’Unione Europea credo ci sarà da attendere. Ovviamente guardiamo con attenzione».

Ma, almeno per ora, gli esportatori calabresi possono tirare un minimo sospiro di sollievo.