In linea con l’andamento calabrese, anche nella provincia di Crotone, da domani non dovrebbero registrarsi particolari problemi in seguito all’entrata in vigore dell’obbligatorietà del green pass per tutti i lavoratori, del settore pubblico e del settore privato. «A quanto ci risulta, nella maggior parte delle imprese del territorio, quasi tutti i lavoratori hanno fatto il vaccino» ci spiega Mario Spanò, presidente di Confindustria Crotone. Nella sua azienda, la Cai Service, che conta 120 dipendenti, ad oggi risulterebbe una percentuale irrisoria di non vaccinati (tra il 2% e il 3%).

Chi non avrà ricevuto il siero anti-Covid, potrà ottenere il green pass e accedere al luogo di lavoro sottoponendosi al tampone, il cui costo, è la linea di Confindustria, deve essere a carico del lavoratore «perché le aziende hanno subito spese ingenti per mettere in sicurezza i luoghi di lavoro, in accordo con Governo e sindacati. Non è un costo che si può scaricare sulle imprese». Spanò condanna gli scontri di sabato scorso a Roma e sottolinea poi l’importanza del vaccino come strumento sia per sconfiggere il Covid – «non dimentichiamoci i morti, non possiamo permetterci il lusso che muoiano altre persone» - sia per proteggere il posto di lavoro: «Non possiamo rischiare nuove chiusure proprio ora che le imprese stanno ripartendo».

Il problema dei tamponi non dovrebbe porsi neanche nella holding Envì Group, di Gianni Vrenna, a cui fanno capo Salvaguardia Ambientale, eWaste, Ekrò, Sovreco (partecipata al 50%) e l’Fc Crotone, che contano complessivamente circa 250 dipendenti, quasi totalmente vaccinati. Nelle sedi di queste società, tra l’altro, l'obbligo del green pass vale anche per i visitatori.