Resta ancora dominato dall’incertezza il futuro di 85 lavoratori reggini del gruppo Gicap, operante in Sicilia e Calabria, oggi in fase di cessione di alcuni rami aziendali a causa della crisi che ha colpito negli ultimi anni la grande distribuzione alimentare.
«Non ha portato nulla di buono l’incontro svoltosi lunedì in Prefettura sulla vertenza Gicap – affermano in una nota le organizzazioni sindacali di settore –. Il tavolo tecnico, al quale si sono seduti i rappresentanti dell’articolazione territoriale del Governo, di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-Uiltucs, dell’azienda interessata Like Sicilia (nella quale sono confluiti i lavoratori siciliani, ndr) e dell’amministrazione giudiziaria della stessa Gicap, non ha portato novità positive per gli 85 dipendenti reggini attivi nel campo della grande distribuzione alimentare e che, dunque, restano senza la ricezione di stipendi e senza futuro personale e familiare e con una cassa integrazione sancita ed al momento ancora non erogata.
Cgi, Cisl e Uil lanciano dunque l’allarme, sottolineando che «l’incontro in Prefettura non ha provocato l’apertura neanche di un piccolo spiraglio di una risoluzione positiva della vertenza».

 

«Se lo scorso maggio – continuano i sindacati - i 42 punti vendita siciliani sono passati a Like Sicilia, azienda facente parte del gruppo Apulia, lo stesso non si può dire dei 9 reggini, all’interno dei quali erano operativi ben 85 lavoratori, non tutelati da Gicap in quella fase di passaggio. A Reggio, la trattativa tra Like Sicilia e i curatori di Gicap è andata a singhiozzo, la sensazione è che l’azienda abbia bluffato e continui a farlo, visto che non ha mai fatto un’offerta seria e che quelle che ha presentato sono state respinte da sindacati e la stessa amministrazione giudiziaria».
Poi entrano nel dettaglio della vertenza: «Non solo siamo riusciti a ottenere il tavolo tecnico dopo ben tre mesi dall’apertura della crisi, nonostante sin dai primi momenti ci siamo attivati per risolverla, ma ci siamo visti presentare anche un’ipotesi irricevibile, cioè la presa in carico da parte di Like Sicilia di soli 3 punti vendita, per un totale di un massimo di 40 lavoratori su 85. Perché “salvare” alcuni e “condannare” altri e le rispettive famiglie a non avere futuro? Senza dimenticare che tutti i lavoratori sono senza stipendio da giugno, sebbene il pagamento possa essere effettuato anche senza autorizzazione preventiva da parte del tribunale, e senza cassa integrazione perché, nonostante il Ministero dello Sviluppo Economico abbia sancito l’erogazione dell’ammortizzatore sociale, ancora non è stato dato agli 85 perché la Gicap non è stata molto solerte e stiamo aspettando il relativo decreto ministeriale che concretizzi il pagamento. Il tutto, nonostante i lavoratori siano disposti a firmare conciliazioni che non sono per niente a tutela dei diritti pregressi e futuri, pur di continuare a lavorare».
Infine, l’appello. «Chiediamo - concludono Samanta Caridi (Filcams-Cgil), Annarosa Marrapodi (Fisascat-Cisl) e Sabrina De Stefano (Uil-Uiltucs) - che non si perda neanche un posto di lavoro. Facciamo appello a tutte i soggetti attivi nel tavolo tecnico, così come alle istituzioni per quanto loro possibile, di riprendere il discorso e finalmente sbloccare positivamente tale vertenza».