La Calabria è terra antichissima, nata dalle stratificazioni millenarie di saperi, culture, tecniche di lavoro, contatti prolungati con tanti popoli mediterranei e non solo. Così come l’archeologia e i beni artistici testimoniano questa complessità e unicità di una Calabria che è un immenso libro di storia, l’agroalimentare e l’enogastronomia continuano a raccontare percorsi assolutamente distintivi, a partire dall’enorme biodiversità cui gli stessi sono legati in modo indissolubile. Ecco perché parlare di Zibibbo, vitigno a bacca bianca che dà origine ad un omonimo vino molto profumato, significa ripercorrere secoli e secoli di esperienze vitivinicole di una regione che produce il nettare di Bacco dal tempo degli Enotri, per parlare poi il linguaggio della Magna Grecia, dei popoli del Mediterraneo con i quali ha avuto rapporti commerciali e politico-militari (Egei, Micenei, Fenici, Elleni, Arabi, Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Turchi…).

Stiamo sempre molto attenti alle semplificazioni, anche quando descriviamo la genesi e la diffusione di vitigni e di vini. Il Mediterraneo, nella storia dell’umanità, è stato il luogo in cui si è concentrato, scontrato, fuso, sovrapposto, il maggior numero di grandi civiltà ognuna delle quali ha lasciato segni indelebili. Secondo molti studiosi l’etimologia di Zibibbo si ricollega al mondo arabo e al concetto di uva passa (uvetta, uva sultanina), ed è stato appellato anche con il nome di Moscato d’Alessandria, per cui lo si è ritenuto originario dell’Egitto, nonché propagato dagli intraprendenti seguaci di Maometto sulle coste mediterranee e in particolare in Sicilia e a Pantelleria. Lo Zibibbo è stato di recente riscoperto anche in Calabria: nella provincia di Vibo Valentia più di un produttore ci sta lavorando su, seguendo le proprie inclinazioni e visioni.

Due giovanissimi coniugi, Giovanna Artese e Leonardo Monterosso, in località Porto Salvo, hanno deciso di dedicare molte energie a questo vitigno così particolare e aromatico, seguendo in modo serio e intelligente la filosofia della filiera corta.

Leonardo (Leo per gli amici) è ormai un vignaiolo esperto, mentre Giovanna cura con maggiore attenzione le attività della cantina. In verità Giovanna e Leo, con tanto entusiasmo, si aiutano e si completano a vicenda: ci credono e ce la stanno mettendo tutta. Ho potuto constatare di persona che il loro racconto è autentico, vero: non ci sono recite e finzioni, ma solo tanto impegno e fatica.

Dallo Zibibbo coltivato a poca distanza dalla cantina, ottengono un passito davvero delicato e profumatissimo: l’Aurum Deum. L’appassimento naturale dei grappoli selezionati e appesi, dopo una vendemmia quasi tardiva, consente allo Zibibbo di sprigionare tutte le proprie peculiarità. L’Aurum Deum viene commercializzato in bottiglie da mezzo litro. Non sono incline alle descrizioni stereotipate, ai luoghi comuni, ai calici che roteano in maniera ripetitiva. L’ho assaggiato con attenzione, sono andato in cantina per verificare di persona la spontaneità del racconto: l’Aurum Deum mi è piaciuto tanto. La Calabria, anche per il suo clima caldo, è terra di passiti, oltre che di rossi corposi. Questa versione di Zibibbo Passito Igt merita senz’altro attenzione e si ricollega alla storia di un territorio che stava per disperdersi: fino a qualche decennio fa molte famiglie avevano un piccolo appezzamento in cui si zappettava tale pregiato e inconfondibile vitigno.

Giovanna e Leo propongono lo Zibibbo anche come vino bianco secco, l’Aràmoni che rievoca un antico toponimo dell’area di Zambrone dove sono allocati e coccolati i filari dell’azienda. Le uve utilizzate vengono vendemmiate con qualche settimana di anticipo rispetto a quelle destinate al passito. Sia l’Aurum Deum sia l’Aràmoni nascono da Zibibbo vinificato in purezza e coltivato in proprio. I vigneti delle Cantine Artese si affacciano sulla costa tirrenica e quindi risentono anche del microclima marino. Siamo di fronte all’amore di due coniugi che si declina nell’arte del vignaiolo e del vitivinicoltore. Sentimenti autentici, che sanno di pulito e di buono. A due passi da Vibo Marina avrete la possibilità, prenotando ovviamente la visita, di conoscerli di persona e di farvi trasmettere dalla loro voce diretta l’entusiasmo che li anima, unito a una competenza che ha già dato frutti positivi. Gli aromi potenti dello Zibibbo, statene certi, vi inebrieranno, e assaggiando in particolare l’Aràmoni vi rimarrà in bocca un leggero e piacevole retrogusto di amaro che contraddistingue lo stile delle Cantine Artese.