Riportiamo il commento di Domenico Gattuso, Movimento 10 Idee per la Calabria, in vista della manifestazione di domani a Reggio Calabria.

«Sabato 22 giugno potrebbe essere ricordata come una data storica per la triplice sindacale Cgil, Cisl e Uil. Sarebbe un fatto di rilievo che proprio a Reggio Calabria si manifesti una vera svolta nell’azione strategica di una componente rilevante della comunità nazionale, quella che rappresenta milioni di lavoratori. Una scelta di responsabilità e di coraggio, perché non c’è più tempo.

La manifestazione nazionale, con la presenza di Landini, Furlan e Barbagallo, si preannuncia  significativa per alcune parole d’ordine come: lavoro, crescita, sviluppo del Paese e del Sud, legalità, unità del Paese, prospettive e speranza per le nuove generazioni.

Occorre che il sindacato superi tuttavia alcune sue contraddizioni, come ad esempio il perseguimento a tutti i costi di grandi opere come la TAV e lo sblocco indistinto dei cantieri, ben sapendo che le grandi opere e le ingentissime risorse relative sono  concentrati nel Nord Italia e che grandi opere non significa automaticamente sviluppo. Resteremmo nel solco di politiche che hanno determinato un arretramento del Mezzogiorno negli ultimi 30 anni. L’auspicio è che alcuni elementi assumano priorità nell’agenda sindacale come:


il rispetto e la protezione dell’ambiente, la messa in sicurezza del territorio rispetto ai rischi sismici e di dissesto idrogeologico, la bonifica di siti contaminati come a Taranto, a Crotone, a Milazzo, senza i  quali non si può parlare di diritto alla salute;

una lotta senza precedenti per la salvaguardia delle risorse materiali ed umane delle regioni del Sud, per fermare l’insano trasferimento delle nostre ricchezze e d’esodo dei giovani, e per la creazione di nuove opportunità occupazionali in settori strategici come la ricerca, l’innovazione tecnologica, la cultura, le PMI, il turismo fondato sulla valorizzazione del patrimonio storico-culturale-ambientale;

la rivendicazione di standard di servizio europei anche nel Mezzogiorno in tutti settori pubblici, dalla sanità, all’istruzione, ai trasporti, alla gestione del ciclo dei rifiuti, che possono essere ottenuti con risorse limitate ed in tempi brevi, razionalizzando la spesa e distribuendola in modo più equo sui territori;

il ripristino e il potenziamento dei servizi di trasporto ferroviari ed aerei nazionali, con treni veloci, frequenti e di qualità, che permettano di ricucire le relazioni fra le regioni del Sud e fra queste e il resto d’Italia, garantendo la continuità territoriale e il diritto alla mobilità per i cittadini del Sud al pari di quelli del Nord;

uno smarcamento netto rispetto alle forze politiche di governo qualunque esse siano, per rappresentare le istanze dei lavoratori e dei disoccupati, delle fasce deboli della popolazione senza compromessi o incomprensibili attese di “cambi di passo”;

la rivendicazione forte del diritto ad una classe dirigente degna di questo nome in tutti i gangli di potere amministrativo, competente e non corrotta, che operi per il bene comune e con spirito di servizio;

un ritorno alla lotta nelle piazze, nei cantieri, nelle campagne, nelle fabbriche, limitando la pervasiva pratica del funzionariato sindacale fine a sé stessa;

una mobilitazione generale nazionale di solidarietà e di unità nazionale contro il progetto leghista di secessione dei ricchi mascherato dietro il termine ipocrita di “autonomia differenziata”.

 

Siano chiari gli obiettivi, le controparti, gli strumenti di lotta e di contrattazione. Le azioni coerenti e trasparenti saranno argine anche contro le mafie. Non possiamo e non vogliamo accontentarci. Sia davvero una manifestazione di svolta sindacale. Noi ci siamo».