Dal governo misure insufficienti per contrastare la crisi energetica e l’aumento dei prezzi. È la sintesi dell’intervento dell’europarlamentare del Movimento 5 stelle Laura Ferrara alla luce dei dati Svimez: «Secondo le stime dell’ultimo rapporto la crisi energetica e gli effetti della guerra freneranno il percorso di ripresa nazionale».

Più nel dettaglio «il rapporto Svimez cristallizza il divario socio economico fra Nord e Sud d’Italia, un gap che crescerà nei prossimi mesi in quanto il Mezzogiorno sarà colpito maggiormente dalla crisi dovuta alla guerra in Ucraina e dall’aumento dell’inflazione. La Calabria  - aggiunge - è la regione del Sud che accuserà maggiormente gli effetti negativi di questo drammatico periodo, se nel 2023, infatti, il Centro Nord registrerà un Pil in crescita debole intorno al +0,5%, l’indice della ricchezza meridionale si contrarrebbe fino a -0,4%. Ed in Calabria scenderebbe fino a -0,9%.
Una previsione nera e a pagarne le conseguenze saranno le famiglie. Svimez - fa rilevare - valuta che a causa dei rincari dei beni energetici e alimentari l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta potrebbe crescere di circa un punto percentuale salendo all’8,6%, con forti eterogeneità territoriali: + 2,8 punti percentuali nel Mezzogiorno, contro lo 0,3 del Nord e lo 0,4 del Centro. In valori assoluti si stimano 760 mila nuovi poveri causati dallo shock inflazionistico (287 mila nuclei familiari), di cui mezzo milione al Sud».

«In questo contesto negativo - afferma Ferrara -  una misura come il Reddito di cittadinanza rappresenta l’unica vera soluzione immediata, considerato che qualsiasi altro tipo di azione politica agirebbe a medio-lungo termine e invece, il Governo nazionale pur cosciente del futuro che ci attende, decide di smantellarlo. Le risorse messe a disposizione dalla legge di bilancio per il caro bollette - osserva -  sono insufficienti e potranno reggere al massimo l'impatto del primo trimestre. La Meloni sta spingendo il nostro Paese in recessione, promuove misure di austerity anziché fare scelte coraggiose e di buonsenso, come ricavare risorse serie colpendo la speculazione finanziaria e gli extraprofitti delle grandi imprese, incluse quelle del comparto assicurativo e farmaceutico. Così si sarebbe potuto restituire ossigeno a imprese e famiglie».

La replica di Antoniozzi

Alle dichiarazioni della pentastellata, fa seguito il commento del vice capogruppo di Fdi alla Camera, Alfredo Antoniozzi: «Imputare a chi governa da un mese la recessione prevista per il 2023 conferma la scarsa autorevolezza delle analisi di cinquestelle». L’esponente di Fratelli d’Italia continua: «Ferrara dice che il governo Meloni, che ricordo a me stesso, è in carica da un mese, starebbe portando l'Italia verso la recessione. Una recessione europea già annunciata da Draghi durante il governo che vedeva cinquestelle in maggioranza - continua Antoniozzi - e ribadita con assoluta sincerità dal presidente Meloni nel giorno della fiducia alle Camere. Ricordo all'onorevole Ferrara che il suo partito ha governato ininterrottamente il Paese per quattro anni e mezzo alleandosi con tutti, tranne che con Fratelli d'Italia che è stata coerentemente all'opposizione. La futura recessione rispetto alla quale l'attuale esecutivo lavora alacremente -conclude- è anche frutto di quelle scelte di governo che investono direttamente cinquestelle».