Sul numero dei lavoratori portuali in esubero, le parti rimangono ancora distanti, ma il prefetto ha dato un ultimatum: bisogna accordarsi entro tre settimane. È questo l’esito, ancora interlocutorio, della riunione del tavolo unico azienda Mct-sindacati tenutasi questa mattina a Reggio Calabria.

 

Nella trattativa di recente infiammata da 5 giorni di sciopero selvaggio, il bicchiere è mezzo pieno secondo quanto si legge in una nota della prefettura, ma serpeggiano malumori rispetto alla quota di lavoratori che il terminalista vuole espellere. Nel faccia a faccia, anche se questo i comunicati ufficiali non lo dicono, è stato ribadito che sono 400 gli esuberi che Mct ancora è pronta a dichiarare, mentre il fronte sindacale ritornato compatto ribatte chiedendo che si scenda a 274.

 

Da qui a tre settimane, però, il dado dovrà essere tratto cosi come ha imposto il prefetto Michele di Bari. I portuali che l’azienda licenzierà, come previsto da un accordo di programma firmato a roma nel giugno scorso, dovranno essere assunti per tre anni dall’agenzia pubblica che, finanziata dal governo, ancora non è stata istituita.

 

Si registra un ritardo delle istituzioni, quindi, e forse per questo alla riunione di stamattina ha partecipato anche l’assessore regionale Russo. Grande assente, ancora una volta, l’autorità portuale, ente commissariato che attende ancora dal governo il via libera alla sua trasformazione in autorità di sistema allargata ai porti di Messina e Milazzo.

 

Sempre sulla riunione in Prefettura, interviene con una nota il Coordinamento dei portuali aderente al Sul – i sindacalisti che avevano organizzato la protesta delle scorse settimane – che rivela come la proposta di aggiungere un contratto di solidarietà per una parte degli addetti abbia avuto un primo riscontro positivo nel corso del vertice.  

 

Agostino Pantano