Tredici progetti ammessi alla seconda fase, 15 esclusioni e una timeline di progetto stringente che vedrà la consegna definitiva dei progetti entro la fine di febbraio e la realizzazione obbligatoria entro 36 mesi di tutte le opere.

Si è conclusa la prima fase della manifestazione d'interesse per la candidatura di progetti volti a creare ecosistemi dell'innovazione nel Mezzogiorno, ossia luoghi di contaminazione e collaborazione tra università, centri di ricerca, settore privato, società civile e istituzioni rivolti allo sviluppo di idee e soluzioni innovative. Sono state 270 le idee progettuali presentate entro la scadenza prevista del 12 novembre 2021. Di queste, la Commissione di valutazione ne ha giudicato 171 idonee ad accedere alla seconda fase della procedura negoziale. Il bando è finanziato dal Fondo complementare al Pnrr con 350 milioni di euro (suddivisi in 70 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026), interamente riservati a contesti urbani marginalizzati delle regioni meridionali.

Dal Campus Agapi di Cannizzaro alla dieta di Longo: i progetti approvati

Non tutti passeranno la scure della seconda fase, ma in questo primo giro di approvazione spiccano una serie di progetti che in questi mesi sono stati presentati in pompa magna: sono in tutto tredici per un plafond potenziale di 339 milioni. Impossibile che passino tutti (anche perché il finanziamento totale è di 350 milioni di euro), ma un posto nella graduatoria della seconda fase potrebbe lasciare speranze per il rifinanziamento della misura nei mesi a venire.

In particolare, l’impronta politica su alcuni progetti approvati dal dicastero del ministro Carfagna si sente tutta: su tutti il progetto del Campus Agapi, che prevede la creazione di “un'area hi-tech polifunzionale e poliattrattiva da realizzare sulle spoglie delle ormai dismesse Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato, a Saline Joniche”. Il progetto venne presentato proprio al ministro Carfagna dal deputato forzista Francesco Cannizzaro e dal rettore di Reggio Calabria Marcello Zambone, con tanto di foto celebrativa: per ora la richiesta di 90 milioni è stata considerata congrua e coerente, ma tutto passerà dalla scure della seconda fase.

A questo si aggiunge inoltre il Renato Dulbecco Institute, che proprio nello scorso settembre (a pochi giorni dalle elezioni) ricevette dalla Giunta Regionale della Calabria la concessione per l’utilizzo dei locali nell’area industriale di Lamezia Terme: per la proposta progettuale un finanziamento di 27 milioni di euro, finora fortemente sostenuti dalla politica calabrese. Vedremo se passerà anche la seconda fase.

Tra i progetti, spazio a diversi ambiti innovativi dalla musica alle tecnologie per la salute, passando per il monitoraggio dei boschi silani, la digitalizzazione documentale e il bioparco mediterraneo. Spicca inoltre il “Longevity Health Plan Institute” di Valter Longo, il docente calabrese che da Los Angeles ha lanciato i suoi progetti di ricerca legati ad alimentazione e longevità e che è diventato famoso con la sua dieta mima digiuno.

Ecosistemi innovativi, escluso l’Harmonic Innovation Hub

L’elenco degli esclusi, però, riserva anch’esso sorprese e bocciature forse per alcuni inaspettate: è il caso dell’Harmonic Innovation Hub, progetto estremamente mediatico che ha raccolto in questi mesi diverse e importanti endorsement ma che ha ricevuto un pesante niet dalla Commissione di valutazione: la richiesta era stata per il massimo della cifra finanziabile, 90 milioni, ma il progetto non ha convinto evidentemente la commissione giudicante. Considerati non idonei anche il progetto del Parco Museo Kolbe 2.0 dell’Università E-Campus, la cittadella dell’innovazione PaRISS dell’Università della Calabria (che nonostante il parterre ampissimo di soci e partner non è stato valutato come idoneo e che venne contestato anche dal sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stati per il mancato coinvolgimento del territorio jonico) e il sistema di monitoraggio multirischi per la prevenzione dei terremoti dell’Ingv Calabria.