Il vino è buono se ti piace, se lo bevi con soddisfazione, se ti lascia un sapore gradevole in bocca, se i suoi profumi ti inebriano. Il vino è buono se dopo un bicchiere ti va di scolartene un altro e se, guardando anche all’aspetto salutistico, non contiene prodotti chimici in quantità tali (i solfiti, ad esempio) da farti scoppiare noiosissimi mal di testa o da generarti insopportabili bruciori di stomaco. Grand Terroir®, sistema del Network LaC nato per fare rete, grazie alla comunicazione integrata, fra aziende, persone, territorio e identità, ha tra le sue finalità quella di individuare specialità agroalimentari o enogastronomiche meritevoli di attenzione. Ogni giudizio è ovviamente soggettivo e non pretende di condizionare la libera analisi critica di ognuno. Soggettivo e libero, perché il prestigio di Grand Terroir® nasce proprio dal rifiutare possibili forzature o condizionamenti di ogni tipo, e poi dal riconoscere due giudici supremi: i lettori e i consumatori.

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Per la prossima estate mi sento di consigliare due vini che consumo abitualmente. Il primo, il Lumare della Iuzzolini, in verità lo scelgo da più tempo e con maggiore frequenza: mi piace il profumo che emana dal calice e lo apprezzo tantissimo ad una temperatura leggermente più bassa degli 8-10 °C consigliati. La scoperta del Donna Rosa di Fattoria San Francesco (Gruppo Iuzzolini) la devo agli incontri in cantina, a Cirò Marina, con Pasquale, Antonio e Rossella Iuzzolini, i tre fratelli che con grande entusiasmo e dedizione guidano questa importante realtà vitivinicola leader in Calabria, tra le più conosciute dai Calabresi di tutto il mondo (e non solo). Devo confessare che la decisione di caratterizzare il Donna Rosa con un Gaglioppo vinificato in purezza mi genera suggestioni particolari e forse mi condiziona sul piano culturale, direi quasi antropologico.

Lo ammetto: sento forte il richiamo delle radici, la storia mi affascina, ritengo che la valorizzazione massima dell’identità locale sia l’unica difesa possibile contro le degenerazioni devastanti di una certa mostruosa e tentacolare globalizzazione. Chi mi conosce sa che nei miei libri e nell’attività giornalistica affronto con estrema attenzione il tema delle tradizioni identitarie dell’agroalimentare calabrese e meridionale. Pertanto ritengo il Gaglioppo, vitigno autoctono per eccellenza dell’antica Enotria, un’uva che merita ancora molta attenzione, soprattutto se coltivata ad alberello, con rese bassissime, e vendemmiata a ottobre inoltrato quando la sua maturazione giunge (clima permettendo) all’equilibrio più congeniale. Il Gaglioppo non è facile da domare e da lavorare, non è molto eclettico: è un vero calabrese. Alcune sue asperità, però, sono a mio avviso pregi da spiegare. Apprezzo molto, quindi, pur valutando positivamente il blend tra Gaglioppo e Cabernet Sauvignon del Lumare, peraltro con una netta prevalenza del primo, la decisione di Fattoria San Francesco di produrre un Donna Rosa da solo Gaglioppo. Il passaggio del Donna Rosa in barriques nuove di rovere francese interviene ovviamente sui tannini e sugli aromi terziari di questo vino, ma a mio personale avviso è il Gaglioppo che parla e che si esprime con dignitosa naturalezza: un merito da ascrivere all'esperienza e alla professionalità dei vignaioli e della cantina. Da non sottovalutare l’omaggio che i fratelli Pasquale e Antonio hanno tributato, con questa etichetta, alla sorella Rosa, il che presume di per sé un impegno entusiasta e generoso. Il Donna Rosa è una declinazione delicata del Gaglioppo, e quindi del territorio del Cirotano che è tra i più antichi e vocati del Mediterraneo nell’arte di Dioniso.

Io il Lumare lo bevo sia con il pesce sia con le carni (a meno che non si tratti di preparazioni molto grasse ed estremamente saporite, o condite in modo impegnativo, tali da pretendere un rosso strutturato). Comincio ad apprezzare molto il Donna Rosa con i formaggi, anche stagionati, e continuerò a studiarlo e sottoporlo a test. Consiglio entrambi questi vini anche per la pizza che, lo sappiamo tutti, in prevalenza “chiama” la birra. Un rosato molto fresco, però, quasi “ghiacciato”, può accompagnare in maniera ottimale la pizza, determina meno gonfiore rispetto a bevande gassate, può esaltare le migliori espressioni gourmet.

Grand Terroir® vi accompagnerà alla conoscenza di altri vini nel corso dei prossimi mesi, consigliando sempre di premiare il territorio in cui si vive o si è in vacanza, e quindi un terroir identitario. La Calabria del vino ha compiuto passi da gigante negli ultimi decenni, dal Pollino allo Stretto, per cui l’offerta è tanto ricca quanto variegata. Nelle cene casalinghe o al ristorante un Lumare e un Donna Rosa non vi deluderanno. Grand Terroir® ci mette la firma!

Tenuta Iuzzolini*

Lumare

Calabria Igt Rosato
Vitigni: Gaglioppo e Cabernet Sauvignon (20%)
Zona di produzione: Calabria centro orientale, provincia di Crotone, località “Motta” di Carfizzi
Terreno: di tipo misto, con una certa percentuale di calcare attivo
Altimetria: da 200 a 300 metri s.l.m.
Sistema di allevamento: spalliera con densità di ceppi per ettaro di 5600 piante
Clima: mediterraneo, con inverni miti ed estati calde e asciutte
Vinificazione: diraspopigiatura, breve macerazione a freddo con le bucce, pressatura soffice, resa in mosto fiore 60% sull’uva, segue fermentazione a temperatura controllata.
Maturazione: in acciaio
Affinamento: in bottiglia a temperatura controllata
Colore: rosa salmone con riflessi di ciliegia
Profumo: delicato, floreale, con sentori di fiori e spezie
Sapore: morbido, armonico, brioso e vivace
Grado alcolico: 13% in vol.
Abbinamento gastronomico: si abbina facilmente con ricchi antipasti, primi e secondi piatti a base di pesce, carni bianche
Temperatura di servizio: 8-10 °C.

Fattoria San Francesco (Gruppo Iuzzolini)*

Donna Rosa

Calabria Igt Rosato
Vitigno: Gaglioppo 100%
Zona di produzione: Calabria centro orientale, provincia di Crotone
Terreno: di tipo misto, con una certa percentuale di calcare attivo
Altimetria: da 200 a 300 metri s.l.m.
Sistema di allevamento: spalliera con densità di ceppi per ettaro di 5000 piante
Vendemmia: manuale prima decade di ottobre
Resa per ettaro di uva: 70ù-80 
Vinificazione: diraspopigiatura, breve macerazione a freddo con le bucce, pressatura soffice, resa in mosto fiore 60% sull’uva, segue fermentazione a temperatura controllata.
Maturazione: passaggio di quattro mesi in barriques di rovere francese nuove
Affinamento: due mesi in bottiglia a temperatura controllata
Colore: rosa salmone con riflessi di ciliegia
Profumo: delicato, floreale, con sentori di fiori e spezie
Sapore: morbido, armonico, brioso e vivace
Grado alcolico: 13% in vol.
Abbinamento: si abbina facilmente con ricchi antipasti, primi e secondi piatti a base di pesce, carni bianche
Temperatura di servizio: 8-10 °C.

*Informazioni fornite dall’Azienda e pubblicate sul sito internet ufficiale