In Italia a parità di mansione vengono retribuite in media il 20 per cento in meno degli uomini e nella nostra regione i dati sono più preoccupanti: lavora una su tre
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Dal lavoro alle pensioni, passando per tutti quei diritti che rimangono su carta ma difficilmente trovano un pieno riconoscimento, fino a quelli negati. Lo Spi Cgil Calabria e il Coordinamento Donne Spi Calabria dedicano l’otto marzo alle donne di ieri e a quelle di oggi con una serie di iniziative, eventi e approfondimenti che coinvolgeranno tutti i territori.
Quanto emerge dal recente rendiconto di genere del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps è drammatico. Le donne in Italia a parità di mansione vengono retribuite in media il 20 per cento in meno degli uomini, ma in alcuni settori il divario tocca punte del 30 per cento. Ma non solo. Il 64,4 per cento lavora part time, e spesso non per scelta.
C’è poi il lavoro di cura che nel ménage familiare e quasi totalmente a carico della donna. Basti guardare il numero di giornate parentali godute. Nel 2023, secondo l’Inps, le donne ne hanno utilizzate 14,4 milioni, contro appena 2,1 milioni usate dagli uomini.
Il focus sulla Calabria è ancora più allarmante. Secondo il rapporto Bes dell’Istat
n ella nostra regione lavora una donna su tre con dati in peggioramento nelle aree interne e nelle zone svantaggiate dove i fenomeni di sommerso e sfruttamento aumentano.«Come Spi Cgil e come Coordinamento Donne Spi – si legge in una nota – sosteniamo con forza i referendum sul lavoro perché riteniamo che mettendo mano al sistema e creando le condizioni per un argine al precariato e ai licenziamenti illegittimi si possano mettere le basi per un futuro più equo, stabile e giusto.
Un futuro in cui pretendiamo ci sia una diversa e nuova consapevolezza dei fenomeni di violenza contro le donne, a partire dalle nuove generazioni che, purtroppo, le cronache ci dicono replicare quel modello patriarcale che vede la donna come mero oggetto.
Ecco perché abbiamo iniziato un percorso di analisi e approfondimento del disagio giovanile, a partire dalla relazione intergenerazionale, con il supporto e l’analisi di figure professionali specializzate con l’obiettivo di comprendere le cause che generano quel corto circuito nel rapporto uomo - donna per potere lavorare su di esse».