C'è chi il destino lo segue e chi, invece, lo scrive. Christian Zuin appartiene alla seconda categoria. Veneto di origine, reggino d’adozione, il suo percorso lo ha portato a scoprire e a scegliere Reggio Calabria come casa e come terreno fertile per la sua attività professionale. Lo abbiamo incontrato per parlare di turismo, comunicazione e di quel legame indissolubile che si crea tra chi arriva in Calabria e chi decide di restarci. A tu per tu, nel nostro format dagli studi de ilReggino.it

Un viaggio di sola andata

Christian, come molti nel settore turistico, ha vissuto in giro per il mondo, lavorando in contesti affascinanti e stimolanti. Ma quando il Covid ha messo in pausa il turismo globale, si è aperta per lui un'opportunità imprevista: «Sono arrivato a Reggio Calabria per una proposta di lavoro in una struttura alberghiera, con l’idea di restare una stagione. Dopo tre giorni, il mio punto di vista era già cambiato». La bellezza del territorio, l’atmosfera, le potenzialità inespresse lo hanno convinto: la sua avventura sarebbe ripartita proprio da qui.

Zuin oggi è CEO di Protur Media, realtà che si occupa di marketing turistico e territoriale. Un lavoro che, come lui stesso racconta, non è solo narrare le destinazioni con belle immagini, ma costruire una narrazione efficace, strutturata e strategica. «Il comunicatore turistico non crea semplici cartoline: il nostro obiettivo è fornire strumenti concreti per lo sviluppo del territorio, coinvolgendo le realtà locali, le tradizioni, i prodotti identitari». Un approccio che si traduce in progetti concreti come "Visit Reggio Calabria", realizzato insieme a Confcommercio, pensato per raccontare la città non solo a chi la visita, ma soprattutto a chi ancora deve sceglierla come destinazione.

Abbiamo tutto, ma dobbiamo crederci

Negli ultimi mesi, il turismo in città ha subito un’accelerazione grazie ai voli Ryanair e a un maggiore interesse internazionale. Ma Reggio Calabria era pronta? Zuin non ha dubbi: «La città non era pronta mentalmente, ma serviva uno sblocco. Il turismo porta inevitabilmente un cambiamento e il vero punto è saper cogliere l’attimo. Serve adeguarsi: corsi di lingua, maggiore professionalità, più attenzione all’esperienza del turista. Ci sono già realtà virtuose che fanno scuola, basti pensare a Gelato Cesare o Altafiumara. Il potenziale c'è, ora serve consapevolezza».

Il problema più grande? La percezione che la città ha di se stessa. «Per anni si è raccontata solo la parte negativa di Reggio Calabria. Questo ha lasciato un’eredità pesante: generazioni che faticano a vedere il bello che hanno davanti. Eppure, ci sono giovani imprenditori che stanno tornando, che credono in un cambiamento e che stanno investendo. La città ha una ricchezza incredibile: cultura, arte, storia, natura. Non deve inventarsi nulla, deve solo saperlo raccontare».

Secondo Zuin, la chiave sta nella capacità di fare rete e di uscire dagli schemi: «Laddove tutti pensano allo stesso modo, nessuno pensa un granché», cita Walter Lippmann. «Dobbiamo smettere di ripetere concetti vuoti come "fare rete" e iniziare davvero a collaborare. Anche un semplice incontro tra professionisti può generare idee nuove. La candidatura di Reggio a Capitale della Cultura 2027 è un bellissimo esempio di come piccoli passi possano portare a grandi risultati».