Continuano, purtroppo, i giochi di prestigio sui fondi destinati all’infrastrutturazione della Calabria. L’ultima doccia gelata arriva dal confronto che si è tenuto nei giorni scorsi al Mit fra il titolare del dicastero, Matteo Salvini, e il collega Raffaele Fitto, responsabile degli Affari europei, per le politiche di coesione e per il Pnrr.

Proprio di Pnrr si è parlato nel corso della riunione e, in particolare, del ricco capitolo che il Programma dedica al trasporto su ferro. Il problema, come noto, sono i tempi ovvero la tagliola del 30 giugno 2026, data in cui l’Europa impone la fine dei lavori finanziati dal Pnrr.

Ieri Salvini e Fitto, dopo settimane di rimbalzi e rinvii, hanno discusso come rimodulare gli interventi. Fra i progetti stralciati c’è anche l’alta velocità al Sud, in particolare nel tratto calabrese. Un pericolo che la Uil aveva già adombrato nell’immediatezza della pubblicazione del piano, ma che adesso si è concretizzato.

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Come spiega il segretario generale, Santo Biondo, il problema adesso diventa duplice. Da un lato capire i soldi stralciati (stiamo parlando di oltre 11 miliardi) che fine faranno; dall’altro capire come e se verrà finanziata l’Alta velocità che già presentava diverse incognite. Giova ricordare, infatti, che il Pnrr finanziava tre lotti funzionali: il Battipaglia Praia, il Praia-Tarsia e il raddoppio della galleria Santo Marco che non è utile solo a velocizzare il collegamento fra Paola e Cosenza, ma è strategica anche per il futuro del porto di Gioia Tauro visto che è lo snodo sull’Adriatica. Tutto il pacchetto ha un valore complessivo di 11,2 miliardi. Poiché ci sono ritardi sensibili sui cantieri, ieri i due ministri hanno deciso di stralciare questi progetti dal Pnrr.

E come verranno finanziati? Questo è un mistero. Salvini ha risposto semplicemente «con qualsiasi fonte possibile, anche con i finanziamenti nazionali sospesi perché sostituiti dal Pnrr». Non essendo però un tempo di vacche grasse, c’è da restare parecchio in campana.

Lo è certamente Biondo. «Da tempo - scrive il sindacalista - sosteniamo che sulla realizzazione di quella che è una delle infrastrutture più importanti per lo sviluppo della Calabria si stavano addensando nubi fosche. Avevamo prospettato il rischio che questa opera non venisse sostenuta dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l’abbiamo fatto in splendida solitudine, mentre c’era chi giocava a carte coperte e non ha favorito la realizzazione dell’opera in tempi celeri».

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Per Biondo, però, c’è di più. «Adesso si apre una partita importante: quella della ricollocazione dell’ingente dote finanziaria che era stata destinata all’Alta velocità fra Campania e Calabria. Da parte nostra siamo convinti che, per evitare l’ennesimo scippo ai danni delle calabresi e dei calabresi, vada mantenuta la territorialità dell’investimento finanziario prospettato. Ma non solo. Oggi, ribadendo la nostra posizione, vorremmo capire come si organizza il nuovo ragionamento sulla realizzazione dell’infrastruttura, come e in che tempi si interverrà per l’ammodernamento della galleria Santo Marco, quale sarà il quadro finanziario, quali saranno i termini pluriennali dell’investimento e, soprattutto, se lo stesso garantirà il completamento dell’opera da Battipaglia a Reggio Calabria nella convinzione che questa sia un infrastruttura determinante per lo sviluppo del porto di Gioia Tauro verso il quale non vorremmo dover registrare un deficit di attenzione parte della politica».

Per questi motivi la Uil si rivolge ai Ministeri competenti chiedendo che questi dubbi vengano fugati (come finanziamo l’opera e i soldi stralciati che fine faranno? Verranno investiti in Calabria?). L’ultima stoccata, però, Biondo la riserva al Governatore «Al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto, il cui silenzio appare paradossale, infine chiediamo di chiarire quanto sta accadendo per il bene della Calabria che non può perdere un’altra occasione di sviluppo».